#fermiamoilDisastroambientale /2

#fermiamoilDisastroambientale /2 "Tali reiterate condotte, motivate dalla volontà di non compromettere l'attività produttiva, risparmiando gli ingenti costi per l'ispezione, la manutenzione e l'adeguamento dei serbatoi e degli impianti…concorrevano a generare un'alterazione delle matrici ambientali di varie aree della Raffineria e un processo di diffusione incontrollata nell'ecosistema di inquinanti pericolosi per l'ambiente e per l'uomo, in sintesi un quadro di disastro ambientale. In Falconara Marittima (Ancona) dall'anno 2017 al mese di giugno 2022, con effetti perduranti"

Quanto vi è di eccezionale e diametralmente differente rispetto al passato, condizione che dobbiamo assumere in tutta la sua rilevanza, prenderne conscienza, comunicarla all'esterno, farne fattore di nuove mobilitazioni, è il fatto che non ci troviamo nella circostanza di un incidente rilevante come tanti avvenuti nel passato, circostanziati nel tempo e nello spazio, ma di un'accumulazione di conseguenze sanitarie e ambientali dovute all'attività produttiva della raffineria per come si è svolta in questi decenni, che giorno dopo giorno, barile di petrolio dopo barile di petrolio, hanno determinato una criticità caratterizzazzata dalla plausibile irreversibilità delle sue conseguenze di danno all'ecosistema e alla comunità che la ospita, a patto di ingenti investimenti di bonifica, che spettano ai responsabili, e dall'estensione di questi danni verso un intero territorio, l'aria, l'acqua marina e di falda, il suolo e il sottosuolo, le comunità e le persone che lo vivono. Gli "effetti perduranti" non si limitano infatti alla data del giugno 2022 che delimitano esclusivamente la chiusura delle indagini preliminari dell'inchiesta "Oro nero"; paradossalmente conviviamo tutt'ora intorno e dentro uno scenario di disastro ambientale, e solo il livello e la forza della mobilitazione determineranno la sua durata futura. Nè ci stupisce quali siano le motivazioni che hanno condotto al disastro ambientale: il taglio sui costi di manutenzione, adeguamento, ispezione degli impianti…in poche parole tutto è piegato all’interesse per la massimizzazione dei profitti, la continuità produttiva, la crescita economica illimitata.

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