And still they rise – In piazza per la Palestina sabato 9 marzo ad Ancona
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Processo per disastro ambientale Api – Intervista al Prof. Stefano Zirulia
Ripartono dall’8 marzo le udienze preliminari del processo per disastro ambientale ed altri reati che vede imputati la società Api e i suoi massimi dirigenti, insieme all’ex direttore Arpam, il funzionario regionale Marchetti.
Proponiamo un focus di contenuti e approfondimenti dibattendo con una figura terza ed esterna al contesto locale e politico che abitiamo, quanto autorevole e ci auguriamo utile. Un punto di vista altro che ci consente di assumere l’eccezionalità degli eventi in corso, comparandoli con casi giudiziari vecchi e nuovi, da Taranto a Marghera, che pone interrogativi e apre a nuovi scenari da percorrere…#fermiamoilDisastroambientale
Stefano Zirulia è professore associato di diritto penale all’Università Statale di Milano. Si occupa da molti anni di salute e sicurezza sul lavoro, nonché di reati ambientali, tematiche sulle quali ha pubblicato numerosi contributi su riviste scientifiche nazionali e internazionali, ed è spesso invitato a intervenire in convegni e corsi di specializzazione. Il suo volume “Esposizione a sostanze tossiche e responsabilità penale” (Giuffrè, 2018) affronta in maniera sistematica i problemi di accertamento della causalità, del pericolo e della colpa nei maxi-processi per disastro ambientale e sanitario che sono stati celebrati in Italia dagli anni ’90 ad oggi.
– La videointervista al Professore Stefano Zirulia
Entità e rilevanza del reato di disastro ambientale nell’ordinamento giuridico del diritto penale ambientale rispetto ad altri capi d’imputazioneEvoluzione giurisprudenziale del reato in oggetto dal 2015 ad oggi… Falconara può essere un nuovo case study?
Disastro ambientale e sue sfaccettature: sanitario, esterno e interno, perdurante, permanente
Il ruolo della cittadinanza attiva nei processi per disastro ambientale da porto Marghera a Taranto a Falconara, nelle denunce collettive e nella costituzione di parte civile
Cosa può giustificare l’intervento della magistratura di sequestro preventivo degli impianti e fermo cautelativo
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Sversamento di olio in mare segnalato con immagini satellitari a 40 chilometri da Ancona
Ci è stato segnalato dagli attivisti lucani di Covacontro come su GEOmedia – La prima rivista italiana di Geomatica e Geografia Intelligente, si parli di Falconara: Uno sversamento di olio in mare segnalato con immagini satellitari a 40 chilometri da Ancona. L’anomalia ha una forma regolare ed una lunghezza di 47 chilometri, circa 202 metri di lunghezza e 38 di larghezza. In effetti da queste parti il traffico di petroliere è noto e motivato come ben sappiamo
Dal lontano novembre ’22 e poi di seguito nel febbraio ’23 in due assemblee pubbliche (1, 2 la diretta del secondo incontro)a Falconara ed Ancona abbiamo discusso con Giorgio Santoriello di Cova Contro di pratiche innovative di monitoraggi ambientali dal basso e citizen scienze.
Allora le nostre proposte non furono recepite dal panorama, politico e non, locale. Mentre oggi, che si impone la discussione e il conflitto sulle radici e le cause del problema oltre i suoi effetti più manifesti, che con #fermiamoilDisastroambientale abbiamo spostato l’attenzione dalla critica agli enti di controllo alla richiesta di fermo degli impianti inquinanti e nocivi, riemergono proposte tanto salvifiche quanto fuorvianti come quelle sull’uso dei droni. Eppure un uso accorto e creativo della tecnologia già esistente risolverebbe in larga parte le note problematiche e carenze dei monitoraggi pubblici, anche con investimenti di risorse limitate. Restiamo comunque disponibili ad un confronto puntuale su queste tematiche e rilanciamo anzi la proposta di monitoraggio di Covacontro, quale soluzione fattibile, concreta ed efficace.
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Falconara fuori dal fossile: comunità energetiche e transizione ecologica dal basso
Falconara Fuori dal Fossile (scarica il flier stampabile in PDF)
Mercoledì 13 marzo alle ore 21 al Laboratorio Falkatraz di via Leopardi 5b zona Galleria torniamo a parlare di comunità energetiche, transizione ecologica ed energetica dal basso, pratiche concrete di produzione e consumo condiviso di energia verde, pulita, rinnovabile, insieme al Professor Leonardo Setti del Centro per le Comunità Solari. Dopo il lungo percorso intrapreso a fine 2022 (1,2), dallo scorso ottobre anche a Falconara si è formato un primo nucleo di cittadini attivi e famiglie che ha dato vita ad una comunità solare, la prima comunità energetica della Provincia di Ancona.
Libera energia in libere comunità: Comunità energetiche e autoconsumo collettivo sono strumenti innovativi, efficaci, fattibili per agire un'autentica transizione ecologica e difendersi dalla crisi energetica e dal caro bollette…
La proposta della comunità solare è un'esperienza pioneristica attiva da oltre un decennio a livello comunale ed ora in rapida espansione, che ha anticipato e ispirato la recente legislazione nazionale in materia di comunità energetiche rinnovabili. Un sistema orizzontale e decentrato, dove l'energia è il prodotto della microgenerazione diffusa sul territorio e di un'economia di prossimità, in una filiera corta che unisce in un nuovo patto sociale il singolo, non più mero utente, ma consumatore responsabile ed eventualmente anche produttore, con il tessuto della piccola e media impresa del luogo, che investe in welfare aziendale e sociale, ed eventualmente anche con l'ente locale comunale.
Il risultato: energia condivisa rinnovabile e ad un costo più accessibile.
#fermiamoilDisastroambientale: realizziamo e allarghiamo le esperienze di transizione ecologica dal basso rendendo i consumi privati e domestici delle famiglie, la quota che insieme alla mobilità ha la maggior incidenza percentuale sul mercato dell’energia, sempre più liberi e indipendenti dai grandi monopoli del petrolio e del gas.
Vieni a conoscere il gruppo della comunità solare di Falconara e le esperienze sul campo del centro per le comunità solari locali; partecipa anche tu in prima persona ad una esperienza pratica e vantaggiosa di produzione energetica alternativa alle fonti fossili. L’unica transizione ecologica possibile dovrà essere popolare, se risponde ai bisogni immediati e comuni, economica, quando rilancia le potenzialità dei luoghi e detta un cambio di sistema, partecipata, perchè nasce nella pratica dei presidi e delle assemblee, dei comitati e dei movimenti.
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