Le associazioni di volontariato e i falconaresi attivi e solidali seguono con apprensione quanto succede in Libia, in tutto il Maghreb, a Lampedusa e nel Meditteraneo. Ci sembra che i media ufficiali ci facciano vedere tutto, o quasi, nei momenti di emergenza, per poi rimuovere altrettanto velocemente le cause reali e le vite stesse delle persone.
Non ci interessa polemizzare se si tratti di inadeguatezza, disorganizzazione, o scelta politica, il modo con cui si sta affrontando, o creando, l'emergenza profughi in fuga da guerre e conflitti, e la costruzione di nuove forme di clandestinità.
Constatiamo però che quanto succede misura anche l'effettiva democraticità del nostro paese, oltre che di quelli altrui dai quali si fugge o si combatte; come che non possiamo ritenerci non responsabili per le sorti di quelle vite dopo aver assistito alle forme regali ed eccessive di accoglienza riservate a dittatori conclamati e presidenti a vita fino all'altro ieri.
Solidarizziamo con le vite di queste persone costrette in condizioni non degne di un paese civile. Come del resto con i cittadini lampedusani, protagonisti della vera accoglienza in luogo di chi era deputato a farla…
E' ormai pacifico che a Lampedusa una simile situazione sia insostenibile e inaccettabile.
Poco di concreto si sa invece sugli scenari futuri: dalle minacce la cui praticabilità comporterebbero un uso della violenza sproporzionato (come poter eseguire, e soprattutto come poter accettare, rimpatri forzati di migliaia di persone) alle tendopoli recintate in Puglia e Sicilia, le cui modalità, imposte e improvvisate, fanno presagire una tendenza alla moltiplicazione se non del triste esempio di Lampedusa, di una sorta di CPT (o CIE) di fatto.
A questo punto riteniamo necessario chiedere alle istituzioni marchigiane, dalla Protezione Civile alla Regione, dal Prefetto al nostro Sindaco, che ruolo svolgerà il nostro territorio e la nostra Città. Non potremo condividere decisioni calate dall'alto e non condivise col territorio. Nè la creazioni di luoghi che confondono l'accoglienza con la detenzione, la protezione con il respingimento.
I falconaresi hanno il diritto di sapere se il ruolo logistico e la presenza di tanti siti, anche militari, dismessi, nella nostra Città, saranno piegati a logiche di detenzione che già da tempo la maggioranza della comunità falconarese ha dimostrato di non accettare. Oppure se la Regione Marche stia approntando altre soluzioni in grado di coniugare questo stato di necessità con il rispetto delle garanzie e dei diritti di tutti.
FalconaraInRete. rete delle associazioni di volontariato di Falconara