(raccolta completa di articoli e contributi sull'argomento in basso)
Nonostante la cortina di ferro eretta dai media italiani incomincia ad infrangersi solo negli ultimissimi giorni, gli appelli degli oltre 250 eritrei rinchiusi nella prigione di Brak, in Libia [qui, qui e qui], ed esposti ad ogni tipo di violenza e al rischio di morte, continuano a raggiungere l’Italia, cercando di risvegliare le nostre coscienze.
Le torture e le violazioni subite da queste persone legittimamente in fuga da guerra e persecuzione non sono un caso isolato. Che la Libia sia un paese non democratico e senza alcun rispetto dei diritti fondamentali della persona umana è una realtà che solo per convenienza e calcolo i governi europei fingono a volte di dimenticare. Quelle torture, quelle violenze, ci raccontano però, soprattutto, della disumanità e dei crimini contro la vita umana di cui i governi italiani degli ultimi anni si sono macchiati delegando alla terra di Gheddafi la gestione di migliaia di profughi, ovvero il potere e l’arbitrio assoluto su migliaia di esseri umani inermi e titolari di diritti fondamentali come quello di chiedere e ottenere asilo politico.
I respingimenti definiti con crudeltà e ipocrisia da Maroni come "una grande vittoria contro l’immigrazione clandestina" sono solo l’ultimo atto di una storia di complicità e ridefinizione di equilibri politici ed economici che ha usato e continua ad usare il corpo vivo dei migranti come moneta di scambio, la vita delle persone come una merce qualunque.
Tutto ciò è avvenuto e sta avvenendo ad opera del governo italiano con un cinismo e un’indifferenza degni dei periodi peggiori del Novecento europeo. Con i respingimenti verso la Libia la classe politica al potere in Italia sta dichiarando a gran voce che la vita umana non vale nulla, specie se si tratta di quella di persone considerate ormai sotto-uomini. I richiedenti asilo come tutti gli altri migranti sono stati stigmatizzati e criminalizzati da leggi come quella sul reato di immigrazione clandestina e da decenni di razzismo istituzionale che ha imbarbarito questo paese e i suoi cittadini.
Restare in silenzio mentre le donne, gli uomini e i bambini respinti dall’Italia stanno morendo in Libia significa rendersi complici di questa vergogna.
Salvare le centinaia di persone che stanno morendo in Libia, anche a causa delle politiche migratorie italiane, significa lottare per i diritti e le libertà di tutti, per il diritto di ognuno di noi di vivere in un paese civile.
Campagna "Welcome! Indietro non si torna"
Adesioni di Gruppi e Associazioni:
Lab. Paz Project Rimini
Ass. Rumori sinistri Rimini
Riminesi globali contro il razzismo
Arci Nazionale
MEDU – Medici per i Diritti Umani
CIAC, Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione di Parma e Provincia
CEMEA del Mezzogiorno
Coordinamento Nazionale Migranti FIOM
Associazione Volontari per la protezione civile ASTRA – Caltagirone (CT)
Giornalisti contro il razzismo
Sinistra Ecologia e Libertà del Lazio
Associazione Casa Africa
Movimento Non violento di Brescia
Singoli cittadini:
Simona Segre Reinach
Stefano Fragasso
Claudia – Piacenza
Rosanna Marcato
Mariapia Costanza
Dall’Europa: Migreurop
Solidarité sans Frontiéres Suisse et Coordination asile vaud (Suisse)
Le mobilitazioni in tutta Italia
Giovedì 8 luglio – ROMA e NAPOLI
Venerdì 9 luglio – PADOVA, BOLOGNA, VENEZIA, PALERMO, MILANO
Roma – giovedì 8 luglio
Portiamo tutti una candela davanti all’Ambasciata Libica e manifestiamo davanti alle Prefetture
Una luce per la dignità
Libertà e diritto d’asilo per 250 profughi eritrei deportati nel deserto Libico
Fermiamo le violenze della polizia libica contro i migranti
Rivediamo gli accordi Italia – Libia e fermiamo la politica dei respingimenti
Agenzia Habesha
Come un uomo sulla terra (Asinitas e ZaLab)
Fortress Europe
Melting Pot
Stalker – Primavera Romana
Welcome! Indietro non si torna
(All’iniziativa dell’8 luglio di fronte all’Ambasciata della Libia aderisce anche la Sezione Italiana di Amnesty International)
Napoli
Giovedì 8 luglio 2010 h 19 – Prefettura di Napoli (Piazza Bellini)
Padova
Venerdì 9 luglio 2010 h 18 – Prefettura di Padova (Piazza Antenore)
Bologna
Venerdì 9 luglio 2010 h 17 – Prefettura di Bologna (Piazza Roosvelt)
Venezia
Venerdì 9 luglio 2010 h 12 – Campo San Bortolo (Rialto). Una delegazione raggiungerà la Prefettura
Palermo
Venerdì 9 luglio 2010 h 17:30 – Prefettura di Palermo (Via Cavour 6)
Milano
Venerdì 9 luglio 2010 h 18.00 – Corso Monforte angolo Via Donizzetti
Raccolta di articoli sulla deportazione dei profughi eritrei iniziata il 30 giugno
L’Italia finanzia, la Libia deporta gli eritrei di Misurata
di Fulvio Vassallo Paleologo, Università di Palermo
Libia – La rivolta degli eritrei a Mistratah: arrivano i container, rischio espulsione
di Gabriele Del Grande
Libia – Violenze a Misratah contro i respinti dall’Italia. Deportazione in corso
Un estratto delle comunicazioni ricevute dalla Libia. Situazione drammatica. Urgente un intervento
L’Italia finanzia, la Libia deporta gli eritrei di Misurata
di Fulvio Vassallo Paleologo, Università di Palermo
Libia – La rivolta degli eritrei a Mistratah: arrivano i container, rischio espulsione
di Gabriele Del Grande
Adottiamo un profugo – L’appello degli scrittori!
di Carlo Lucarelli e Giancarlo De Cataldotutti
Libia: più di 200 persone di nazionalità eritrea rischiano il rimpatrio forzato
L’appello di Amnesty International
Urgent Appeal for Libyan Detainees
L'appello di Human Right Concern Eritrea
La Libia deporta gli eritrei di Misurata
comunicato stampa dell’Asgi
L'interrogazione a Frattini di Jean Leonard Touadi (Pd)
Aggiornamento da Brak: espulsione di massa entro una settimana?
Libia – Continua la congiura del silenzio mentre i libici deportano e torturano i profughi eritrei
di Fulvio Vassallo Paleologo, Università di Palermo
Ho sentito quelle voci. Nel container sotto il sole del Sahara
da fortresseurope.blogspot.com
La voce degli eritrei detenuti raggiunti al telefono dai microfoni del Tg3
L'intervista a CNR di un'altro dei detenuti di Brak
Libia – Deportazione dei profughi eritrei respinti dall'Italia.
intervista ad Alessandra Sciurba, Melting Pot
Video intervista all'avvocato Roberto Malesani
http://www.youtube.com/watch?v=gxUfn8dzVPM
Arbeit macht frei – Riconosciuta ai profughi eritrei in Libia la libertà di lavorare come schiavi.
di Fulvio Vassallo Paleologo, Università di Palermo
Accordo beffa per gli eritrei detenuti in Libia
da www.unita.it
La Libia ammette, 400 eritrei detenuti
dall'agenzia AFP
Arbeit macht frei – Riconosciuta ai profughi eritrei in Libia la libertà di lavorare come schiavi
di Fulvio Vassallo Paleologo, Università di Palermo
L’Italia accolga gli Eritrei detenuti ed abusati dalla Libia
L'appello di Human Rights Watch
Libia: 2 milioni alla Guardia di Finanza per respingere ancora
da fortesseurope.blogspot.com
Arbeit macht frei 2.0 – In Libia ancora ricatti e imbrogli contro gli eritrei
di Fulvio Vassallo Paleologo, Università di Palermo
Diritto d’asilo in frantumi. Gli eritrei ancora nelle gabbie libiche
di Fulvio Vassallo Paleologo, Università di Palermo
Gli eritrei di Brak rilasciati dopo 17 giorni di prigionia
da fortresseurope.blogspot.com
Sui migranti i poteri delle organizzazioni criminali
di Fulvio Vassallo Paleologo
Libia – Liberi di essere venduti, sfruttati, detenuti, uccisi
di Fulvio Vassallo Paleologo