Lunedì 30 giugno, altri otto clandestini respinti al porto di Ancona

ANCONA – Sei clandestini afgani e iracheni, e altri due stranieri privi di visto d’ ingresso in Italia, sono stati respinti al porto di Ancona dalla polizia di frontiera. Gli otto immigrati erano tutti sbarcati dai traghetti greci Olimpic, Europa Palace e Hellenic Spirit” ( Corriere Adriatico).

 

Continua l’epopea dei respingimenti in mare al porto d’Ancona, città capoluogo di una regione che molti considerano tra le più “integrate” d’Italia. Nonostante i riconoscimenti e le tante celebrazioni, infatti, capoluogo e città limitrofe sono diventate ormai lo scenario che le allinea alle realtà dell’ intera penisola. Proprio l’esistenza del porto infatti ha fatto sì che il Ministro Maroni  rendesse noto il suo interesse ad istituire nel panorama anconetano un cpt, a Falconara marittima.
Non è passato molto da quando dal porto di Venezia sono stati respinti migranti d’origine irachena verso le coste greche  e da quando, secondo alcuni report (Fortress Europe), è la stessa Grecia attualmente uno dei paesi che più difficilmente riconosce il diritto d’asilo rispedendo verso le proprie terre persone che fuggono dal lontano Medio Oriente.
Anche agli occhi dei più ignoranti circa il diritto d’asilo e la Convenzione di Ginevra sui rifugiati, l’Afghanistan e l’Iraq sono potenziali fonti di rifugiati e richiedenti protezione umanitaria, per cui è palese il non rispetto di un diritto d’asilo di cui i migranti nella maggior parte dei casi non vengono neppure informati di poter accedere.
Con il respingimento, lo straniero “beccato” alla frontiera o nei pressi della stessa viene ricondotto nel vettore con il quale era giunto in Italia – nel caso, dei traghetti – e riportato in Grecia, terra di transito dalla quale era partito. In questo caso, come avvenuto poco tempo fa a Venezia, i migranti tornano nella terra di transito dalla quale erano partiti per far ritorno presso i territori dai quali erano fuggiti per una vita migliore.
Nemmeno hanno fatto in tempo a toccare le rive italiane e sono stati subito respinti, come delle palline da tennis fatti rimbalzare da una costa all’ altra, nell’attesa che qualche tir possa nasconderli meglio e poter così proseguire il viaggio o la fuga.
Probabilmente ora si trovano detenuti nei campi greci, oppure in viaggio con poco ossigeno su un tir, chi lo sa, oppure sono ritornati a casa e stanno già riprogettando il modo con cui salpare di nuovo per l’ Europa.

Ambasciata dei Diritti – Falconara

 

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