sul Question time alla Camera sulla vendita di API/IP alla Socar

SOVRANISTI A GIORNI ALTERNI…Eppur si muove, si potrebbe dire, ma è grazie a noi se il governo si è dovuto confrontare con il disastro ambientale in atto a Falconara con la vendita dell’intera holding Api/Ip al gigante azero Socar. Da tempo avevamo richiesto con forza che i rappresentanti istituzionali ad ogni livello, e le forze politiche oltre ogni colore, agissero da subito e con urgenza, coinvolgendo il governo centrale e il contesto parlamentare. Nel question time alla Camera a risposta immediata del Governo, mercoledì 11 novembre l’Onorevole Zaratti ha dato voce alle nostre istanze.

Dalle partecipatissime assemblee di maggio e settembre stiamo costruendo il nostro Golden power dal basso:

più che essere venduta a soggetti privati, la raffineria va affidata ad un'autority pubblica e terza, il commissario unico per le bonifiche, per quanto attiene la normativa sui Siti di Interesse Nazionale (SIN).

Se come pare la vendita è già incanalata verso binari definiti con l’accordo preliminare dello scorso settembre, serve convergere su proposte che impongano una trattativa che salvaguardi la specificità di questo territorio, che ospita la raffineria Api da 90 anni, con tutte le conseguenze che conosciamo. Una o entrambe le parti contraenti la vendita di Api-IP devono impegnarsi nell'attivazione di un fondo a garanzia delle bonifiche del sito e delle aree limitrofe, come dei monitoraggi delle emissioni convogliate e fuggitive.

Fuori e dentro la raffineria siamo tutti sulla stessa barca e le bonifiche rappresentano la scommessa per un lavoro sicuro, non nocivo e che risarcisce il territorio dai danni subiti.

Le risposte del Governo oggi restano insufficienti ed hanno rivelato tutte le criticità della situazione. Dalla risposta al Question Time il governo ritiene ancora il Golden Power solo “eventuale”, contemporaneamente ha però certificato quello che da almeno due anni rivendichiamo e su cui tutti i livelli istituzionali e politici hanno pubblicamente calato un silenzio assordante quanto connivente, con il quale fin qui la politica ha evaso le necessarie risposte:

è in corso dal 2023 un procedimento ministeriale di riesame nei confronti della raffineria Api perché le misure di bonifica da messa in sicurezza operativa (MISO) del sito, cui la raffineria è obbligata per Decreto Ministeriale dal 2014 non sono ritenute sufficienti e adeguate.

Il Ministro ha reso pubblico quanto giá sapevamo, ovvero che è stata richiesta una messa in sicurezza d’emergenza. Questo attesta la gravità della compromissione quasi irreversibile di tutte le matrici ambientali in questo territorio, aria, acque marine e di falda, suolo e sottosuolo, insomma uno scenario di disastro ambientale perdurante che attenta alla sicurezza e salute pubblica.

Non c’è più tempo. Chi inquina paga ci ha detto il Ministro mercoledi.

Due anni per un’istruttoria di riesame delle bonifiche bastano ed avanzano diciamo noi. Il MASE è protagonista di una dilatazione delle tempistiche da anni, senza che imponga interventi rispondenti alla situazione, all'azienda andava da tempo imposto ben altro secondo quanto previsto dalla legge Seveso. Servono risposte concrete, responsabilità chiare e azioni conseguenti.

Intanto la mobilitazione continua. #fermiamoildisastroambientale

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