#fermiamoildisastroambientale

in AssembleaGenerale

#fermiamoildisastroambientale

in AssembleaGenerale venerdì 26 settembre ore 21

Lo scorso maggio in una nutrita assemblea aperta ci siamo assunti la responsabilità di rendere pubblica la notizia della “due diligence” in corso per la futura vendita dell'intero asset del gruppo Ip-Api. Nel silenzio generale abbiamo lanciato un primo deciso campanello d'allarme per i possibili risvolti in termini ambientali, sanitari, occupazionali che coinvolgono l'intero territorio.

Diamo ora appuntamento a venerdì 26 settembre prossimo, per una seconda assemblea, che sia necessariamente informativa e di discussione, ma anche di rilancio di proposte e mobilitazioni.

C'è una cornice generale nuova che modifica l'esistente e va affrontata.

Oltre ogni legittimo interesse privatistico resta un altrettanto rilevante interesse pubblico per l'acquisizione di un asset strategico per l'autonomia e indipendenza energetica nazionale da parte di un gruppo estero con evidenti interessi economici e geopolitici propri.

Per questo già oltre tre mesi fa invitammo i rappresentanti istituzionali ad ogni livello, e le forze politiche oltre ogni colore, ad agire da subito e con urgenza, coinvolgendo il governo centrale e il contesto parlamentare.

Ma dopo la prima settimana di annunci, qualche interrogazione al consiglio regionale, seguita passo dopo passo, incontri rassicuranti promossi dal Sindaco, proprio in questi mesi di campagna elettorale, la questione era ricaduta nel dimenticatoio.

Solo in questi ultimi giorni, grazie al recente rilancio di alcuni nostri attivisti della notizia della firma degli accordi preliminari alla vendita pubblicata dall'agenzia di stampa estera Reuters, la questione è tornata ad animare il dibattito pubblico.

Solo alla vigilia del voto regionale torniamo quindi a parlare in assemblea dei problemi reali, delle questioni pressanti che coinvolgono questo territorio e chi lo abita.

Senza dimenticare l'inadeguatezza, l'incompetenza dimostrate da quanti avrebbero dovuto intervenire e non lo hanno fatto, e che ora gareggiano a chi la spara più grossa, rinnoviamo di nuovo, dopo lo scorso maggio, l'urgenza che chi di dovere, anche dall'opposizione, interroghi formalmente il governo affinché intervenga sulla vendita sostenendo le istanze che emergono dal territorio.

Perchè oltre la complessità della questione generale dell'acquisizione in mani straniere dell'intero gruppo IP-Api, c'è un grande rimosso, un non detto: la raffineria di Falconara è già oggetto di un processo in corso per disastro ambientale ed altri reati. Ci sono inoltre ulteriori procedimenti giudiziari a suo carico e a breve se ne potrebbe aggiungere uno ulteriore, l'ennesimo, per l'incendio del febbraio 2022, per il quale questo mercoledì 23 settembre è in programma l'udienza preliminare.

Complessivamente la società Api è accusata di violazione sistematica e reiterata dell'autorizzazione integrata ambientale in corso dal 2018, per la quale sono già avvenuti sei riesami parziali, l’ultimo ancora in itinere, della normativa ambientale vigente, e dei decreti ministeriali sulla messa in sicurezza operativa e sulle bonifiche interne al sito. Si tratta della contaminazione quasi irreversibile di tutte le matrici ambientali, aria, acque marine e di falda, suolo e sottosuolo, che pone a rischio la salute e l'incolumità pubblica. Servono interventi ingenti e straordinari di bonifica, di risarcimento del territorio e rilancio occupazionale.

Più che essere venduta a soggetti privati, la raffineria va affidata ad un'autority pubblica e terza, il commissario unico per le bonifiche, per quanto attiene la normativa sui siti di interesse nazionale SIN. Una simile procedura può essere attivata su istanza del ministero competente o su richiesta della regione interessata.

Il fantomatico Golden power di cui tutti parlano ma nessuno avanza e richiede formalmente, non si paleserà in un potere di veto vincolante, che nei fatti, vista la sua inazione, il governo ha deciso di non esercitare. Se come pare la vendita è già incanalata verso binari definiti, serve convergere su proposte che impongano una trattativa che salvaguardi la specificità di questo territorio, che ospita la raffineria Api da 90 anni, con tutte le conseguenze che conosciamo. Una o entrambe le parti contraenti la vendita di Api-IP devono impegnarsi nell'attivazione di un fondo a garanzia delle bonifiche del sito e delle aree limitrofe, come dei monitoraggi delle emissioni convogliate e fuggitive.

Su questa ed altre proposte concrete e percorribili, invitiamo da venerdì in poi alla discussione, e alla successiva mobilitazione.

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