“Qualche giorno fa mi è capitato di passare da Falconara di notte per raggiungere un ospedale del nord, perché noi oltre a doverci ammalare siamo costretti spesso a curarci fuori Taranto. Evitando l’autostrada sono passato di fianco alla vostra raffineria e mi è sembrato di rivivere le notti vissute in Ilva, quando il cielo diventava brillantinato e faceva quasi paura, con quella puzza di uovo marcio che ci accompagnava fino alla mattina a casa, fissato addosso, fino a farci temere di abbracciare mogli e figli. Da operaio che ha fatto scelte ben precise posso solo dirvi di non cedere al ricatto occupazionale che usa il lavoratore come scudo umano a difesa di un lavoro che uccide. Chi propone accordi al ribasso ha come unico interesse il potere. L’esperienza della vicenda giudiziaria che coinvolge l’acciaieria di Taranto ci costringe a dirvi di prepararvi ad affrontare le lungaggini dei processi, dalle istanze di riesame alle sentenze non eseguite o ribaltate, a dirvi di tenere alta la guardia su tutte le dinamiche divisive che la politica e i sindacati metteranno in atto per indebolire la compattezza della classe operaia e la stabilità dell’opinione pubblica. Preparatevi a resistere alla narrazione fasulla della vostra vertenza, alla menzogna che alla lunga può provocare un senso di fallimento che vogliono quasi irreversibile. Mantenere la lucidità di pensiero e restare uniti nella lotta sono le sole opzioni vincenti contro ogni strapotere”
Facendo tesoro di queste parole nette, chiare, semplici, dirette, pronunciate da Raffaele Cataldi del Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti di Taranto alla grande manifestazione del gennaio 2024 a Falconara di #fermiamoildisastroambientale invitiamo tutte e tutti ad essere il 2 aprile ad Ancona in piazza Roma per un presidio pubblico con conferenza stampa.
Non lasceremo nulla di intentato. Colpo su colpo risponderemo. A ormai sette anni daquel maledetto aprile del 2018, quando fummo costretti a respirare quanto uscito dal Tk61 (uno dei serbatoi più grandi d’Europa), le migliaia di pagine di dati, intercettazioni, relazioni, perizie, dell'indagine Oro Nero, attivata sull'onda delle centinaia di esposti e segnalazioni, diventeranno di dominio pubblico.
Nel frattempo, in questi anni è stato un lungo stillicidio di esalazioni di idrocarburi, emissioni più o meno fuggitive, incidenti più o meno rilevanti, come l’ultimo di venerdì 21 marzo scorso…Dopo la fase preliminare, parte finalmente il processo per disastro ambientale ed altri reati verso Raffineria Api Spa e i suoi massimi vertici, oltre all'ex direttore generale dell'Arpam Marchetti.
Disastro ambientale sta a significare l’alterazione quasi irreversibile dell’ecosistema di un territorio rilevante ed esteso, per numero di persone esposte al rischio sanitario e per entità della contaminazione delle acque marine e di falda, dell’aria, del suolo e del sottosuolo, con caratteristiche permanenti e perduranti, a patto di ingenti investimenti e interventi legislativi eccezionali.
Ora, chi vorrà sapere saprà. Chi continuerà a non voler vedere l'evidenza forse tacerà.
Noi, oggi come allora, saremo con competenza nei posti che servono e con determinazione nei posti che scegliamo. Luoghi che, se ci attendono silenti e ordinati dentro le aule dei tribunali, ci troveranno in tante e tanti nelle piazze.