Dopo la chiusura della fase preliminare e il rinvio a giudizio dello scorso luglio del processo per Disastro Ambientale a carico della Raffineria Api ed altri imputati, questo mercoledì finalmente ripartono le udienze.
Ma oltre ed insieme al versante giudiziario abbiamo attraversato lungo tutto il 2024 una fase di mobilitazione straordinaria, fatta di manifestazioni, presidi, assemblee popolari, controinformazione, alimentata dalla partecipazione di tante e tanti.
E questo gigantesco lavoro collettivo ha prodotto risultati tangibili: quel sistema di potere pubblico/privato fatto di omissioni, deroghe, proroghe e quant’altro, che per anni ha consentito di continuare il business as usual della raffinazione oltre ogni compatibilità ambientale e sanitaria, è stato scoperchiato, inceppato, attaccato nella sua consuetudinaria ineluttabilità di fatto.
Le esalazioni odorigene inquinanti, il fenomeno più percepibile del disastro ambientale in atto, nell’arco dell’ultimo anno sembrano diminuite, rispetto al picco dei 112 giorni coperti dalle 24 comunicazioni ufficiali Comune/Azienda, costretti dalle segnalazioni di massa del 2023.
Sono stati accesi ingenti investimenti per l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili nello stoccaggio e movimentazione degli idrocarburi, nel trattamento delle acque reflue e dei rifiuti, per abbattere le emissioni fuggitive e non. Non per bontà del petrolchimico e per lo zelo degli enti di controllo, ma per la pressione generalizzata che siamo riusciti a creare e ad imporre al centro dell’attenzione, e che dobbiamo continuare ad alimentare in questo nuovo contesto.
Successi parziali che coscientemente rivendichiamo, ma che oggettivamente non sono sufficenti.
Anche perché ben sappiamo che la contaminazione quasi irreversibile di questo disastro ambientale “perdurante” non attiene solo ai fenomeni odorigeni ma a tutte le altre matrici ambientali: suolo, sottosuolo, acque marine e di falda, che le misure di bonifica operative e in emergenza sono purtroppo inadeguate, che il danno prodotto oltre all’ecosistema coinvolge la pubblica incolumità delle migliaia di persone che abitano questo territorio, che il riesame parziale dell’autorizzazione integrata ambientale della raffineria ancora in corso presenta criticità e istanze inevase, che c’è ancora tanto da fare…
In questo momento cruciale di #fermiamoildisastroambientale sono tante le prospettive da condividere, le proposte da praticare, le necessità da coprire. E come sempre non troviamo altra soluzione che rivederci in Assemblea Generale per proporre, parlare, ascoltare.
Ci vediamo questo sabato, 8 febbraio dalle 16.30 come sempre in zona Galleria di via Bixio a Falconara centro.
#fermiamoildisastroambientale
“Tali reiterate condotte, motivate dalla volontà di non compromettere l’attività produttiva, risparmiando gli ingenti costi per l’ispezione, la manutenzione e l’adeguamento dei serbatoi e degli impianti…concorrevano a generare un’alterazione delle matrici ambientali di varie aree della Raffineria e un processo di diffusione incontrollata nell’ecosistema di inquinanti pericolosi per l’ambiente e per l’uomo, in sintesi un quadro di disastro ambientale. In Falconara Marittima (Ancona) dall’anno 2017 al mese di giugno 2022, con effetti perduranti”