#fermiamoilDisastroambientale /3
#fermiamoilDisastroambientale /3 “In data 13/01/20 a fronte dell’ennesimo fenomeno di emissioni maleodoranti con conseguente inoltro di numerose segnalazioni da parte degli abitanti di Falconara, violando i doveri inerenti alle sue funzioni ed abusando della sua qualità, rivelava notizie d’ufficio che dovevano rimanere segreto, contattando telefonicamente Fxxxxxxxx Lxxxxxxxx e preannunciandogli l’imminente ispezione che sarebbe stata condotta dal personale Arpam…”
Chi controlla il controllore? Domanda pertinente e dal duplice senso: chi riveste la responsabilità dei monitoraggi ambientali e sanitari a chi risponde della sua nomina come del suo operato? e soprattutto costoro sono deputati a sorvegliare e inibire i responsabili di eventi nocivi e di contaminazioni ambientali oppure a disincentivare chi li denuncia e segnala? Tra le tante particolarità ed eccezionalità del processo per disastro ambientale della Raffineria Api evidenziamo come sia il primo che oltre ai vertici aziendali coinvolge anche e direttamente il personale della pubblica amministrazione, nello specifico i massimi livelli dell’ARPAM regionale. Mentre i cittadini chiamavano l’ufficio ambiente comunale, il numero verde predisposto, gli uffici Arpam, i vigili del fuoco, il Noe e forse il padreterno, dall’altra parte della cornetta altri controllavano i controllori: soffiate sulle ispezioni, promesse di fantomatici “posti di lavoro a Roma” a fine mandato, pressioni per la rimozione di personale scomodo all’interno di pubblici uffici, “ingiusto vantaggio patrimoniale” verso la discussa e malfunzionante app Odornet per le segnalazioni delle emissioni odorigene…e tanto, tanto altro ancora emerge dalle carte processuali. Che restano la punta di un iceberg di un sistema di potere capillare e radicato. Quanto altro è successo e succede oltre e fuori dalla portata dell’inchiesta Oro nero non è dato sapere, ma ce lo immaginiamo. Come non dimentichiamo altre illustri telefonate tra un allora sindaco oggi eminente politico regionale e un amministratore delegato di una nota azienda intenti a biasimare le proteste dei cittadini, da loro definite “teste di cazzo”…nulla qui di penalmente rilevante, solo un ingrediente che si aggiunge nel ben rappresentare questo sistema di potere che ci ha condotto verso il disastro ambientale
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