WE CAN’T BREATHE
SABATO 6 GIUGNO ORE 16.30
PRESIDIO IN PIAZZA ROMA (AN)
Il PRESIDIO SI SVOLGERÀ SEGUENDO LE NORME SANITARIE NECESSARIE
Presidio in solidarietà di George Floyd e le rivolte in USA
“ I cant’t Breath”. 8 minuti e 46 secondi con il ginocchio puntato sul collo e George non respirerà più.
Lunedì 25 Maggio un poliziotto bianco uccide l’afroamericano George Floyd a Minneapolis innescando tensioni, manifestazioni e rivolte in tutti gli Stati Uniti. Le proteste dilagano in tutto il continente nord- americano al grido di giustizia per gli afroamericani privati da sempre di ogni diritto fondamentale.
Il presidente americano Donald Trump si scaglia contro i movimenti antifascisti definendoli al pari di organizzazioni terroristiche.
George diventa il simbolo delle rivolte in un paese lacerato da evidenti ferite razziali e sociali.
E’ necessario condannare il razzismo in ogni sua forma.
Siamo solidali con la rivolta di questi giorni in tutti gli Stati Uniti, portata avanti da neri, bianchi, ispanici e da tutti i diseredati di un paese portato a “modello” delle cosiddette democrazie occidentali. Un modello che si attaglia perfettamente a rappresentare la barbarie di un sistema, quello capitalistico, che mette in primo piano il profitto di pochi sulla vita delle maggioranze, e che usa sapientemente il razzismo per dividere tra loro gli sfruttati.
Lo abbiamo visto in questi mesi di pandemia, con le centinaia di migliaia di morti, i milioni di contaminati, abbandonati a sé stessi a causa del taglio della sanità pubblica in tutti i paesi governati dalle regole del “mercato”, imposte nel nostro continente dall’Unione Europea.
Per uscire dalla barbarie dell’oggi occorre costruire una società completamente diversa dove tutte e tutti possano godere degli stessi diritti senza distinzione di razza, sesso o religione.
“Non c’è bisogno di essere neri per sentirsi oltraggiati da questo omicidio” recitavano, qualche anno fa, i cartelli a seguito dell’uccisione di Eric Gardner, un altro afroamericano ucciso dalla polizia.
E noi oltre a sentirci oltraggiati vogliamo essere complici e solidali con le rivolte in atto negli USA. Vogliamo indicare chiaramente che il mandante dell’omicidio di George Floyd è il sistema che opprime noi tutte e tutti.