Tornando da Macerata alla nostra Falconara
Fino a qualche giorno fa con riluttanza si toccava con mano come senza pudore in tanti consideravano Luca Traini un coraggioso, perche aveva messo in pratica quello che molti pensavano rappresentasse la risposta ai problemi dell'immigrazione.
E come qualsiasi opinione contraria equivalesse al dover essere il buonista cui chiedere conto della mattanza di Pamela Mastropietro…
Il coraggio dei trentamila di Macerata ci ha restituito la libertà di dire che i fascisti, oggi come ieri, sono dei vigliacchi, che agiscono nella violenza della rappresaglia agendo alle spalle e strumentalizzando le guerre tra poveri.
E che oltre al razzismo più o meno mascherato e ai rigurgiti fascisti più o meno sdoganati, è ora di interrogarsi sui limiti di una società bigotta che prospera nel proibizionismo del mercato mafioso delle droghe e nell'oscurantismo della violenza di genere
Certamente i Trentamila manifestanti di Macerata non hanno cambiato le condizioni materiali di questa crisi che attanaglia il Paese nel lasso di tempo di una settimana.
Altrettanto certamente hanno saputo però invertire e ribaltare i termini del discorso, ridando giusta visibilità a tante realtà in essere e in ogni dove che difficilmente trovano modo di esprimersi nel loro protagonismo, in una democrazia svuotata e in un sistema di rappresentanza sempre più autoferenziale e fine a se stesso.
Altrettanto certamente ha saputo unire nel movimento le tante sensibilità, differenze culturali e generazionali che invece, allo stato attuale, la politica divide.
Oggi sta a noi decidere se tornare ad accettare la normalizzazione imposta che ci vede spettatori di giochi altrui nel pallottoliere elettorale oppure rilanciare e continuare a respirare quel clima di riscatto e insubordinazione costruito in tantissimi e in così poco tempo il 10 febbraio scorso.
Oggi abbiamo una grande opportunità che tutti insieme ci siamo costruiti con coraggio, da non sperperare: questo movimento di riscatto contro ogni rigurgito razzista e fascista se non vuole fermarsi all'evento ma sedimentare un nuovo inizio, allora va declinato e rilanciato sui territori.
Una constatazione oggettiva che ci ha colpito è stata la partecipazione diffusa, eccedente, e non scontata, di tanti falconaresi, vecchie e nuove facce, di diverse appartenenze ma di comuni valori, a questo evento.
Un fatto che ci fa guardare con ottimismo ad una situazione locale cittadina invece preoccupante.
Pensiamo che i prossimi mesi siano fondamentali per il futuro della nostra Città e che sia necessario qui ed ora promuovere una riflessione allargata e orizzontale, ma anche pratica e propositiva sui danni profondi di questo decennio di governo di destra cittadino.
Il populismo dei falconaresi doc, la propaganda securitaria, l'attacco al tessuto associativo e alle esperienze autogestite non allineate, il razzismo e la discriminazione latenti o sbandierati, hanno seminato danni incalcolabili.
Nè pensiamo che le prossime tornate elettorali, nazionale e cittadina, possano portare a sensibili cambiamenti, per la piega ormai presa.
Ci ripetiamo, quello che oggi la politica divide il movimento di tanti sa e può unire.
Per tutto questo vogliamo invitare da subito ad un momento di dibattito largo e plurale, che raccolga il riscatto degli insubordinati di macerata, lo faccia proprio e possa trarne ispirazione per organizzare parole e pratiche alternative anche nella nostra Falconara.
Difficile non avvertirne la necessità, se non noi, tutti noi, chi altri?
Hanno cercato di imporre il silenzio ma anche stavolta abbiamo ripreso la parola
Falkatraz Resiste