il 25 aprile in Piazza Mazzini

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RIPORTIAMO IL DISCORSO DI FABRIZIO (REKA) RECANATESI IN OCCASIONE DELLA COMMEMORAZIONE IN PIAZZA MAZZINI X IL 25 APRILE 2014

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25inpiazza2Ringrazio l'Anpi Falconara e spero di onorare la responsabilità di questo discorso nel modo migliore. Penso sia oggi quanto mai opportuno riguardare alla guerra di liberazione, al fenomeno della resistenza, alla ricostruzione postbellica del nostro paese, alla sconfitta del fascismo e dei totalitarismi, parlando di Europa.

Perchè fenomeno globale ed europeo fu il fascismo, anzi i fascismi e quella stagione di totalitarismi, perchè globale ed europea, pur nelle sue tante sfaccettature e virtuose pluralità all'opera in un comune sentire, fu l'antifascismo, la resistenza, e la liberazione.

Il fascismo come fenomeno storicamente conosciuto è e sarà irripetibile, sconfitto senza appello e consegnato da tempo al giudizio storiografico. Ciò nn significa che la bestia nn abbia partorito strascichi eversivi anche dopo il '45: le vicende stragiste della prima repubblica ne sono un segno; né che non permangano alcuni movimenti neofascisti largamente minoritari e marginali; né che altri movimenti nazionalisti, demagogici e reazionari non attraversino l'europa del presente.

Ma francamente bisogna riconoscere come in altre forme si dia oggi il pericolo e il rischio di derive totalitarie o autoritarie, che possono agire anche dentro un vuoto formalismo democratico…..nel rischio di una democrazia dell'esclusione, dove le persone vengono trattate e gestite come cittadini di serie b o c, inclusi come esclusi, in una condizione di precarietà strutturale.

Non penso di dovermi prodigare nell'esemplificare questo concetto. In cuor vostro, pur nella confusione, quando nn nell'assenza, di un dibattito realmente pubblico su questa crisi globale, in cuor vostro come trovate altro termine x descrivere l'esclusione di fasce sempre maggiori di persone, specie delle giovani generazioni, dal lavoro, da una qualche forma di reddito e protezione sociale, dal diritto all'abitare, alla pubblica istruzione e all'accesso ai saperi, alla selezione della classe dirigente, all'elezione con il voto di un governo, pur nel quadro parlamentare, diretta emanazione della sovranità popolare…e potrei e potremmo continuare, se non democrazia dell'esclusione.

Tra le tante responsabilità (non esenti la disaffezione di larga parte di noi cittadini nella cura della cosa pubblica e nella rivendicazione dei propri diritti, sanciti si da una carta costituzionale ma realizzati con il lavoro il sudore e le lotte delle generazioni passate), tra le tante responsabilità e necessità impellenti dicevo, non pensiamo di avvertire l'urgenza di una riforma della costituzione, ma di ben altre riforme che intervengano dentro gli indirizzi di diritto prescritti e salvaguardati dalla costituzione, oggi pesantemente minacciati e disattesi.

L'Anpi è quindi ufficialmente e sostanzialmente contraria ai propositi di riforma costituzionale oggi avanzati dalla maggioranza della classe politica parlamentare: nn perchè non si avverta l'impellenza di una riforma elettorale (che pur non gode di rigidità costituzionali, ma influenza quel quadro), del bicameralismo perfetto e del senato, dell'articolo V della costituzione, verso un rafforzamento delle autonomia locali in un senso federalista davvero solidale e democratico, che dia + poteri agli enti locali e ai cittadini. Non per questo, ma xchè la riforma della costituzione non può passare attraverso l'emergenzialismo, vecchio vizio della nostra classe politica che spesso e su tante tematiche ha fatto lievitare i problemi prima nell'immobilismo e nella fuga dalle proprie responsabilità, salvo poi avallare scelte di comodo, spesso sbagliate ma dai danni permanenti.

Del resto usciamo già da una significativa riforma costituzionale, di cui poco si parla e si è parlato, votata quasi dall'intero arco parlamentare nell'aprile 2012, con il governo Monti, sulla costituzionalizzazione del pareggio dibilancio: una riforma costituzionale simbolica dei tempi che attraversiamo, un omaggio servile all'europa attuale del mercato senza regole e senza rispetto della persona e dei popoli, della burocrazia transnazionale, della banca centrale europea sciolta da ogni vincolo e indirizzo politico democratico.

Ma oltre e insieme alla messa inguardia dell'Anpi verso le pericolose riforme costituzionali dei professionisti dell'emergenza, come si concretizza l'agire costituzionale oggi, come si innova nello spirito della nostra costituzione (e di larga parte delle costituzioni nazionali europee)? Un agire appunto su un piano globale, su un piano necessariamente europeo, che riprenda il progetto di federalismo dei popoli e degli stati uniti d'Europa di Altiero Spinelli, verso una democrazia poststatuale. In una democrazia oltre lo stato, in cui la sovranità spetti ai popoli europei e si eserciti nei livelli intermedi e negli enti locali +prossimi e controllabili dai cittadini, oltrechè regolati in ultima istanza da un governo sovranazionale.

Perchè solo nell'orizzonte europeo, e verso un'altra Europa radicalmente differente da quella odierna, possiamo trovare gli strumenti di un futuro oltre questa crisi. Altiero Spinelli fu una delle tante giovani menti geniali che si oppose al fascismo, e che x questo scontò quasi venti anni dicarcere, dal 1927 al 1943. con il sostegno di Luigi Einaudi, poi primo Presidente della Repubblica italiana, e insieme a Ernesto Rossi scrisse il famoso Manifesto di Ventotene, scritto di pugno sulla carta igienica al confino sull'isola di Ventotene. Un testo innovatore e fondamentale x il pensiero politico contemporaneo, considerato l'ispiratore dei movimenti federalisti europei. Iscritto al partito comunista ne fu espulso nel 1937 xchè critico verso la deriva dell'Urss stalinista. Nel 1979 fu eletto parlamentare europeo nelle prime elezioni europee come indipendente nel pci ormai destalinizzato. Ancora rieletto nell'84 propone al Parlamento europeo un progetto costituzionale per gli Stati Uniti d'Europa, oggi ancora largamente disatteso. Il pensiero di Spinelli è una lungimirante e appassionata critica della deriva dello stato moderno da stato liberale e censitario a stato di massa, fino alla versione totalitaria dei nazifascismi. Spinelli anticipa di mezzo secolo le critiche alle principali ideologie europee, compresa quella cui apparteneva, e ispira i tratti di un costituzionalismo poststatuale, radicato in un potere europeo sovranazionale e federale: lo stesso disegno imperiale nazista di un nuovo ordine da imporre al continente sulla base di una rigida gerarchia razziale,costituiva un sintomo, aberrante, della crisi dello stato nazionale, a cui occorreva rispondere puntando verso la costruzione su basi democratiche di una federazione europea che superasse le sovranità nazionali.

Oggi quell'aspirazione così premonitrice è ancora in mezzo ad un guado e necessita si essa di riforme strutturali e di un progetto costituzionale degno di questo nome, che la liberi dallo strapotere senza controllo di un mercato economico e di un sistema bancario unificati ma indipendenti e ostili al controllo democratico.

Oggi spetta a noi raccogliere quell'aspirazione e concretizzarla.

Permettetemi altri due inviti prima di lasciarci:

andate a visitare il Museo della Resistenza di Falconara perchè è una delle eccellenze di questo territorio, e uno dei pochi, troppo pochi, in Italia. Soprattutto portateci i vostri figli, i ragazzi e le ragazze della nostra Città, xchè la memoria non si perda.

Il 25 aprile non termina qui, ma va oltre le cerimonie ufficiali. Vi diamo appuntamento anche quest'anno al Parco Kennedy, come ogni anno, per il settimo anno consecutivo, per continuare la festa insieme. Perchè il 25 aprile è davvero la data di tutti, una giornata che è importante condividere insieme. E non posso non ringraziare i giovani resistenti di oggi, che anche quest'anno ci hanno regalato questo evento ormai importante per Falconara, un'esplosione di cultura arte musica e libera aggregazione, cui siete tutti invitati a partecipare.

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