Manifestazione nazionale antiproibizionista
Sabato 8 febbraio
Per l'abrogazione della legge Fini-Giovanardi.
Per la depenalizzazione e l'amnistia.
Dalla parte della libertà, dell'indipendenza. dell'autoproduzione.
i Centri Sociali delle Marche organizzano la partecipazione
email: info@glomeda.org – tel. 3319275800
Bocciata la Fini-Giovanardi. Illegale è la legge!
Con il parere espresso dalla Corte Costituzionale nella giornata di martedì 11 febbraio 2014, la Legge Fini-Giovanardi è stata dichiarata ufficialmente incostituzionale.
Lo scorso 8 febbraio anche da Rimini abbiamo partecipato alla manifestazione nazionale che ha attraversato le strade di Roma per chiedere l'abrogazione di una legge, la Fini-Giovanardi, che ha reso palese il completo fallimento delle politiche proibizioniste in Italia. In virtù di questa scelta, siamo stati additati e accusati da “un giornalista” locale di praticare l'illegalità e di “andare a Roma per le droghe”.
In realtà, riteniamo che sia proprio la "retorica della legalità" ad avere tutta la responsabilità di aver sospeso la Costituzione, in un segno neo-autoritario agito dalla destra istituzionale con l'avvallo del centro (PD).
In questi anni nei dibattiti pubblici è stata annullata la complessità della "Legalità", intesa come dialettica fra governanti e governati, ma anche fra differenti istituzioni (parlamento italiano, parlamento europeo e corte costituzionale), non ultimo il disprezzo della Costituzione.
Conosciamo bene i dispositivi stigmatizzanti e denigratori utilizzati nella narrazione main-stream e allo stesso tempo ci appare sempre più evidente come in realtà siano proprio quelli leggi (dal porcellum alla Bossi-Fini, alla Fini-Giovanardi,..) ad essere incostituzionali o meglio, per riprendere lo slogan che sabato 8 febbraio ha portato decine di migliaia di persone in piazza, “Illegale è la legge, il suo costo reale”.
Dal 2006, anno in cui è entrata in vigore la Fini-Giovanardi ad oggi, nessun governo, né tanto meno il centrosinistra, si è mai posto il problema della legittimità di quella legge, bocciata dalla Corte Costituzionale per un vizio formale (violazione dell'articolo 77 della Costituzione) e non di contenuto, continuando al contrario a permettere l'accumulo di decine e decine di anni di carcere, libertà e diritti negati e anche morti.
Dopo 8 anni di applicazione, sono circa 10mila le persone, tra detenuti in attesa di giudizio e condannati in via definitiva, interessati dalla sentenza, senza dimenticare che nelle carceri italiane circa un terzo dei detenuti lo è per reati connessi alle droghe.
Ora che è giunto anche il parere della Corte Costituzionale è arrivata l'ora di voltare definitivamente pagina in relazione all'approccio al problema delle droghe, dentro una nuova battaglia culturale e politica contro la criminalizzazione dei comportamenti sociali, per l'amnistia e l'indulto, non accontentandosi di ritornare alla vecchia legge del 1990, la Iervolino-Vassalli.
Contro il proibizionismo e il narcocapitalismo, amnistia e diritti per tutti!