[Dal sito www.meltingpot.org]
Dall’1 gennaio 2008 i cittadini bulgari e romeni soggiornanti in Italia
dal oltre 3 mesi sprovvisti dei requisiti per l’iscrizione anagrafica
non possono più utilizzare il tesserino STP per stranieri
temporaneamente presenti per accedere alle cure mediche. La circolare
del 13 febbraio 2007 prorogava infatti l’utilizzo di tale tesserino per
i neocomunitari fino alla fine del 2007, ponendo temporaneo rimedio
alla situazione paradossale per cui bulgari e romeni divenendo
cittadini dell’Unione Europea perdevano il diritto alle cure mediche di
cui usufruivano come cittadini extra-comunitari titolari del tesserino
STP.
Come contestato dall’ASGI nella lettera rivolta ai Ministri del Governo,
i cittadini necomunitari non iscritti nel registro della popolazione
residente sono dall’inizio dell’anno ritornati in una situazione di
grave discriminazione: non possono più accedere a cure o essenziali
(anche a carattere continuativo), a meno che non siano strettamente
urgenti, lo stesso per le prestazioni relative alla tutela della
gravidanza e della maternità o all’interruzione di gravidanza.
Di fronte alla violazione dell’articolo 32 della
Costituzione Italiana che sancisce la tutela della salute come
fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e
prevede la garanzia di cure gratuite agli indigenti, la Regione Marche
e la Regione Piemonte hanno però adottato provvedimenti che
garantiscono ai cittadini comunitari l’accesso anche all’assistenza
sanitaria preventiva e di base emettendo un codice anonimo Eni (Europeo
non in regola), probabilmente collegato ad un tesserino, che darà
accesso alle strutture sanitarie.
CIRCOLARE DELLA REGIONE MARCHE del 4 gennaio 2008
Il testo della circolare diramata dalla regione Marche in merito alla tutela della salute dei cittadini comunitari.
In particolare, la circolare, prevede la garanzia, per
i cittadini comunitari non iscrivibili al SSN e non in possesso della
tessera STP prima del 1 gennaio 2008, dell prestazioni urgenti,
essenziali ancorchè continuative.
Si dispone un codice regionale ENI (europeo non in regola) per la rendicontazione da parte delle ASL.