Comunicato stampa 27g #fermiamoilDisastroambientale

Quella che un tempo sembrava una rivendicazione radicale e impraticabile oggi riassume il buon senso e il realismo che difende il presente e il futuro del territorio:

la progressiva dismissione degli impianti della raffineria Api con un piano di bonifiche pubbliche, che preveda il concorso del privato secondo il principio “chi inquina paga”, che tutelino il lavoro e risarciscano la cittadinanza, per evitare l’ennesima cattedrale nel deserto, a danno avvenuto e nell’ottica di un progressivo abbandono dell’uso delle fonti fossili e di una purtroppo timida transizione ecologica, comunque prevista anche dalla cop28 nei paesi arabi, la più conservatrice dell’ultimo decennio.

Nell’immediato se, come evidente, la raffineria non è in grado di limitare il danno permanente inflitto, urge la sospensione temporanea delle sue attività, che reclamiamo nella responsabilizzazione di tutti gli organi competenti e implicati, dalla magistratura attraverso il sequestro degli impianti senza facoltà d’uso, all’amministrazione comunale con un’ordinanza per limitazione e tutela del rischio sanitario, alla Regione Marche e i ministeri competenti attraverso la sospensione dell’Autorizzazione integrata ambientale, già concessa nel maggio 2018, a ridosso dell’incidente del serbatoio tk61, ed elusa in modo reiterato e sistematico in più articoli nel corso degni anni come tutt’ora.

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anche RadioRai parla di #fermiamoilDisastroambientale

Questa mattina 25 gennaio, a due giorni dalla manifestazione, Duccio Facchini sulla rassegna stampa di Prima Pagina di Radio Rai parla di Falconara come "caso nazionale", anche oltre le vicende giudiziarie che riguardano la raffineria Api e l'ex direttore Arpam, ma come esempio emblematico della necessità di uscire dal fossile verso un nuovo modello di sviluppo…

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#fermiamoilDisastroambientale /4

#fermiamoilDisastroambientale/4 "Con riferimento alle acque superficiali, veniva più volte riscontrata la presenza di acque reflue industriali contenenti Idrocarburi nei canali di scolo che attraversano l’intera area della raffineria e poi confluiscono nel mare Adriatico….Dalle successive analisi emergeva la presenza di concentrazioni molto elevate rispetto ai limiti normativi (in alcuni casi superiori anche di mille volte) di sostanze volatili alta mente inquinanti e pericolose per la salute pubblica, quali MTBE, Benzene ed idrocarburi totali."

Avete presente quelle cartine delle bandiere blu delle spiagge lungo la costa marchigiana dove c'è sempre un buco nero sopra Ancona ma a nord e a sud tutto un pullulare di lagune blu? Dall'epicentro del disastro ambientale è evidente che inquinamento e contaminazione si muovano e disperdano nell'ecosistema oltre i confini amministrativi. Mentre per i bagnanti locali oltre l'annosa questione degli sversamenti degli scarichi fognari a mare, che costringe metà delle giornate estive a divieti di balneazione ogni due gocce d'acqua, se ne aggiunge una che ora pare suffragata da dati cerificati oltre ogni evidenza. Se non è merda sono idrocarburi; a voi la scelta

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Il nome della cosa

Oggi sull'inserto de Il Manifesto, L'extraterreste, un ottimo articolo di Maria Cristina Fraddosio su Falconara. [SCARICA QUI LA VERSIONE INTEGRALE]Disastro ambientale, getto pericoloso di cose, combustione illecita di rifiuti, smaltimento illecito di gpl, lesioni colpose e violazione di numerose prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale in concorso di colpa. Sono queste le accuse mosse dalla Procura di Ancona contro la società Api del gruppo Ip e i suoi vertici: 19 le richieste di rinvio a giudizio a seguito delle indagini soprannominate Oro nero. La prima udienza preliminare dinanzi al gup Francesca De Palma è fissata per il 18 gennaio. Le «sistematiche violazioni» sarebbero avvenute all’interno della raffineria di Falconara Marittima, nelle Marche, al fine di «massimizzare l’attività produttiva dell’impianto» e di non comprometterla «risparmiando gli ingenti costi per l’ispezione, la manutenzione e l’adeguamento dei serbatoi, della rete fognaria e degli impianti».

LE MATRICI AMBIENTALI E LA SALUTE dei cittadini sarebbero state compromesse. Sul banco degli imputati con varie accuse figurano i dirigenti della società, tra cui l’ad Giancarlo Cogliati, il responsabile del reparto operazioni Pierfilippo Amurri, quello di salute, sicurezza, ambiente e qualità Giovanni Bartolini, Daniele Galassi del reparto manutenzioni, Carlos Alberto Lucertini della movimentazione e spedizione prodotti, Francesco Luccisano delle relazioni esterne, Andrea Arcangeletti e Simone Margiotta del reparto ispezioni. E Daniele Fiorucci a capo della logistica, Luigi Caiazzo, Marco Felicetti, Antonio Fratellini, Marco Ciattaglia, Michele Del Prete, Stefano Tarini, Luca Pieralisi e Damiano Quarta. Anche l’ex direttore generale dell’agenzia regionale per la protezione ambientale Arpam, Giancarlo Marchetti, dovrà difendersi: è accusato di abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e istigazione alla corruzione. Avrebbe favorito «un ingiusto vantaggio patrimoniale della società», circa 10/20 milioni di euro, e rivelato in anticipo i controlli. Dalle intercettazioni emergerebbe anche la presunta sollecitazione per «un posto di lavoro a Roma».

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