“Fuori il profitto dalla salute. Per una piattaforma globale di azione”
Ancona – Cinema Azzurro, Via Tagliamento 39
Ore 9:30 – Inizio assemblea
Ore 11:00 – Sessione internazionale“Public healthcare under commercialisation pressures: critical international perspectives”
[“Sanità pubblica sotto le pressioni della commercializzazione: prospettive critiche internazionali”]
Lo scopo della sessione è duplice: presentare, in modo documentato, l’evidenza disponibile sulle carenze dell’assistenza sanitaria e della sanità pubblica a livello globale e proporre alle organizzazione e ai cittadini che partecipano alle iniziative della Campagna “G7 Health: not on my Body” una proposta di Dichiarazione, in otto punti, per costruire e rilanciare a livello internazionale un movimento che promuova un’assistenza sanitaria e una sanità pubblica come diritto universale, equo e solidale per tutti e per tutte: “Healthcare and Public Health for All” (HPHA)
Ad un anno circa dal grande presidio davanti la raffineria del 14 ottobre scorso, in occasione della loro celebrazione dei 90 anni di Raffineria Api, “una strada da percorrere insieme”, e alla vigilia del G7 Salute di Ancona, abbiamo ripreso la parola e tolto la scena ai grandi della terra che saranno ospiti di questo territorio, ma anche a qualche piccolo politicante nostrano.
Abbiamo palesato loro la più ferma, radicale, numerosa opposizione al disastro sanitario e ambientale che anima le Marche e la capacità dei movimenti di avanzare proposte, soluzioni, percorsi di condivisione e partecipazione, che non possono più essere resi invisibili e restare senza risposte.
Eppure ci scontriamo quotidianamente con l'inefficienza delle centraline di rilevazione della qualità dell'aria, con i controlli “olfattivi” e tardivi, quando eseguiti, con l'assenza di trasparenza, informazioni, comunicazioni, con la supina accettazione della pratica dell'autocontrollo da parte del Gestore.
Questo anno di riapertura di un nuovo ciclo di mobilitazione di #fermiamoildisastroambientale ha reso evidente la netta cesura che separa il paese reale da quello legale, la piazza dalla politica, le assemblee e i presidi popolari dai palazzi istituzionali.
Abbiamo reclamato un inequivocabile salto di qualità, dai monitoraggi e le segnalazioni, dall'evidenza degli effetti, alla radice delle cause: la quasi irreversibile contaminazione delle matrici di aria, acque marine e di falda, suolo e sottosuolo, un danno non solo verso l'ecosistema ma soprattutto verso l'incolumità pubblica. Un disastro ambientale, con effetti perduranti, “motivato dalla volontà di non compromettere l'attività produttiva, risparmiando gli ingenti costi per l'ispezione, la manutenzione e l'adeguamento dei serbatoi e degli impianti”, come ci racconta l'inchiesta “Oro nero”. Tutto è piegato all’interesse per la massimizzazione dei profitti, la continuità produttiva, la crescita economica illimitata.
Ad ogni mobilitazione popolare si risponde con la politica degli annunci, alla ricerca di un consenso perduto. Si finge di fare il giorno stesso, per insabbiare e archiviare quello dopo.
L'Assessore regionale Aguzzi nel corso del Consiglio regionale del 17 settembre scorso dichiara di seguire con attenzione la vicenda dell'Api di Falconara. Non ci sembra.
A Suo avviso le esalazioni di fine agosto sarebbero derivate dall'impianto di produzione del bitume. Contrariamente secondo l'ISPRA, organo tecnico del Ministero dell'Ambiente, interrogato dai nostri legali per l'attivazione del sistema torcia in raffineria e le esalazioni da idrocarburi segnalate dal 27 e 28 agosto in poi, le cause sono tutt'altre.
Nella nota ufficiale dell'Ispra, in base alle comunicazioni intervenute con la raffineria stessa, l'Arpam regionale e l'Ast di Ancona, si parla di uno dei sempre più numerosi cortocircuiti avvenuto la mattina del 27 agosto, questa volta nella cabina elettrica F/F1.
Gli sbalzi di media tensione hanno provocato il blocco di larga parte degli impianti del petrolchimico: “U2600 (Platforming), U3600 (Idrogeno1), U3100 (HDS1), U3200 (HDS2), U2500 (Unifining), U2100 (Splitter benzine), U2700 (Splitter C3/C4), U2800 (Isomerizzazione), U3400/U2200 (Deisoetanatrice), U3350 (HDS3-B), U1000 (Topping), U3800 (Zolfo 2), U3650 (Idrogeno2), l’U7750 (Recupero CO2), dell’U3300 (HDS3-A) e il reparto SAU, per basso carico acido, al passaggio a metano delle unità di recupero zolfo”.
Di conseguenza dal 27 e nei giorni successivi sono stati bruciati gas in torcia ed eseguite le procedure di riavvio e messa a regime degli impianti.
L'emergenza è scaturita dalla “presenza di due ratti folgorati quale causa del cortocircuito”.
A volte anche la natura si ribella. La salute pubblica di un intero territorio e la sicurezza di un simile impianto a incidente rilevante è appesa a questi scenari di degrado, incuria e casualità.
L'Assessore Aguzzi ha anche rassicurato che non si sono rilevati “problemi di carattere sanitario e gli inquinanti non hanno superato i limiti normativi”.
In effetti a seguito delle numerose segnalazioni “i successivi sopralluoghi effettuati da vari Enti e da personale differente (quindi con capacità olfattiva distinta, seppur non certificata) non hanno rilevato criticità.”
Quindi il monitoraggio pubblico di una delle più grandi raffinerie italiane, sulla quale pende un procedimento giudiziario in corso per disastro ambientale ed altri reati, viene effettuato se non a caso, a naso.
Anche perchè Ispra sottolinea che il monitoraggio dei gas combusti in torcia non viene né verrà effettuato da enti terzi, ma ci si affida alla bontà del Gestore, cui dallo scorso giugno si è raccomandato che “deve essere affinato il monitoraggio dei gas che arrivano al tiptorcia in modo che la regolazione della combustione, da sala controllo, possa essere agevolata”.
Quindi il monitoraggio a monte, la composizione chimica dei gas bruciati in torcia, resta a tutti imperscrutabile, se non a chi le produce.
Quello a valle delle centraline di rilevamento della qualità dell'aria dell'Arpam, nei giorni in questione, secondo Ispra, Arpam, l'Assessore Aguzzi, il Comune di Falconara, sono “simili ai normali valori di concentrazione misurata durante tutto l’anno”.
Solamente il Comitato Mal'Aria però lo scorso 2 settembre ha denunciato cosa (NON) abbia registrato nei giorni di fine agosto la centralina fissa di rilevazione della qualità dell'aria posta nel quartiere di Villanova, che si trova a sud della raffineria, in linea quindi fra la raffineria e le zone da cui le esalazioni sono state maggiormente avvertite e lamentate: la spiaggia, Falconara zona centro, Palombina Vecchia, Collemarino e Torrette di Ancona.
La centralina in oggetto non ha infatti raccolto i dati relativi al Benzene per una settimana, dal 22/8 ore 9 al 29/8 ore 17. Appena ha ripreso si notano dei picchi, fino al 30/8/2024.
Un disservizio un po' troppo ricorrente da queste parti, che sfiga.
Ricordiamo come il benzene sia inodore, incolore, ma cancerogeno.
Pochi giorni prima dall’arrivo dei Grandi della Terra in occasione del G7 Salute che si terrà ad Ancona dal 9 all’11 ottobre stesso, saranno le persone, i movimenti, le associazioni, a prendere la parola e la scena:
Sabato 5 ottobre Manifestazione di #fermiamoildisastroambientale davanti la Raffineria api.
Mercoledì prossimo 25 settembre avremmo dovuto essere auditi nella IV commissione consiliare permanente Sanità e Politiche sociali della Regione Marche, richiesta avanzata, non da noi, nel lontano 26 gennaio scorso, curiosamente il giorno precedente la prima grande manifestazione di #fermiamoildisastroambientale.
Ebbene dopo 9 mesi di lunghi tira e molla, inviti disattesi, pause estive, conferme informali e smentite sostanziali, non per nostra responsabilità, questa audizione non ci sarà.
Lasciamo a voi ogni parere circa la responsabilità istituzionale e l’affidabilità politica di quanti, eppure, non perdono occasione di esprimersi pubblicamente sulle note vicende falconaresi, in forma roboante, mimando una politica degli annunci che ormai mina da sé ogni credibilità.
A breve renderemo pubblico in forma puntuale e circostanziata il nostro punto di vista collettivo su quanto di critico e preoccupante è avvenuto nell’ultimo periodo e che avrà ripercussioni nel prossimo futuro.
Per ora, considerando non più confermato l’incontro di mercoledì prossimo 25 settembre, rilanciamo un secondo appuntamento, solo di qualche settimana successivo.
Sabato 5 ottobre dalle ore 15.30 invitiamo tutte e tutti alla manifestazione che si terrà davanti la Raffineria api di Falconara.
Ad un anno circa dal grande presidio davanti la raffineria in occasione della loro celebrazione dei 90 anni “una strada da percorrere insieme”, in cui in centinaia abbiamo interrotto la narrazione finta e capovolta che ci volevano imporre di un territorio pacificato e sottomesso agli interessi del business fossile e dal sistema di potere che lo sostiene.
In seguito ai sempre più frequenti eventi atmosferici estremi che questa volta hanno colpito anche il Comune di Falconara (in particolare la comunità di Castelferretti), oltre a parte delle Marche e dell'Emilia Romagna, la solidarietà non basta, serve urgentemente andare oltre il consueto emergenzialismo, nella coscienza che il cambiamento climatico, unitariamente al selvaggio consumo di suolo, pregiudica la nostra sicurezza e alimenta un sistema sempre più distruttivo.
Pochi giorni prima dall’arrivo dei Grandi della Terra in occasione del G7 Salute che si terrà ad Ancona dal 9 all’11 ottobre stesso, saranno le persone, i movimenti, le associazioni, a prendere la parola e la scena.