Mentre nel pomeriggio è stato reso pubblico il diniego del governo alla richiesta di un terzo rinvio della famigerata conferenza dei servizi, che resta quindi fissata per martedì 12 luglio a Roma, e mentre quasi in contemporanea la riunione della maggioranza ha rinsaldato le posizioni sui voleri del Governatore Spacca, con qualche modifica di maquillage alla bocca di accordo API-Regione, il Coorninamento NoRigassificatori ha inviato e reso pubblico un ultimo appello a tutti i consiglieri regionali, prima del presidio che si terrà domani davanti al Consiglio Regionale, dalle ore 9 del mattino a seguire. Quindi il copione resta tale nella sua scontatezza. L'unica nota di imprevedibilità resta quella che sapranno creare i NoRigassificatori domani, e il giorno dopo, e quello seguente…
APPELLO ALLA RIFLESSIONE E ALLA RESPONSABILITA’ PERSONALE DEI CONSIGLIERI REGIONALI RISPETTO AL MANDATO ELETTORALE CONFERITO DAGLI ELETTORI
Rigassificatore API Nòva Energia Ancona–Falconara:
Governo significa Responsabilità.
allegato 1 (approfondimento sulla questione sicurezza inviato all'Assessore Donati)
allegato 2 (la questione del burden sharing e le direttive europee)
Non possiamo non esternare la nostra più totale delusione e contestazione della bozza di Accordo tra Regione Marche e API sul Rigassificatore offshore a largo di Falconara paventata dalla Giunta Regionale, perchè non soddisfa i requisiti di una proposta tesa alla “bonifica, riqualificazione e riconversione produttiva del sito che riduca gli attuali impatti ambientali e garantisca la sicurezza sul lavoro e sulla salute, unitariamente alla salvaguardia dei posti di lavoro e dell’interesse collettivo“. La giudichiamo generica e pressapochista, infarcita di promesse, ipotesi e priva di certezze, manifestamente improvvisata e autoreferenziale ad un accordo che sembra già scritto, incapace di tutelare il bene comune. La riteniamo deficitaria infine nell'assolvere al mandato esplicitato con la mozione votata in Consiglio Regionale il 17 maggio scorso, specie nella “necessità di allargare l’orizzonte della riflessione dal rigassificatore all’intero impianto industriale di Falconara e agli interventi in campo energetico su tutto il territorio regionale”. Non solo, si espelle momentaneamente dal dibattito la megacentrale turbogas da 520 MW. Infine sembra sempre più esplicito come la Regione si arrenda ad un autentico “ricatto”, all'uso strumentale delle paure indotte da una crisi generalizzata, alla minaccia di una paventata fuga all'estero e abbandono di una “cattedrale nel deserto”, che agita lo spettro della crisi ambientale e occupazionale.
SICUREZZA:
Nel codice di regolamentazione standard per la localizzazione di terminali GasNaturaleLiquefatto, la SIGTTO (Society of International Gas Tanker & Terminal Operators Ltd) prescrive testualmente:
al punto 1) "Non esiste probabilità accettabile in caso di rilascio catastrofico di GNL"
al punto 2) "I terminali GNL devono essere posizionati in modo che i vapori di GNL conseguenti ad un rilascio non possano coinvolgere popolazioni civili". La presenza della Nave Rigassificatrice coinvolge le popolazioni costiere nei rischi per l’incolumità e la salute, in special modo la città di Ancona a 13 km, (16 km Falconara). Le navi metaniere per arrivare alla piattaforma di scarico incroceranno tutti i corridoi di navigazione delle navi da e per il porto di Ancona. La collisione in mare, il concorso di circostanze sfortunate, l’errore umano, oppure un atto predeterminato (attentato terroristico) rimangono eventi plausibili, ed è per questo che gli organismi competenti in materia di installazioni di terminali marittimi raccomandano di situare questo genere di installazioni assolutamente lontano dalla popolazione. Anche se il rischio di perdere un serbatoio o l’intera metaniera (affondamento) è "estremamente basso", non si possono non effettuare le necessarie valutazioni delle conseguenze in caso di accadimento: esso è un atteggiamento assolutamente ingiustificabile. Affinché un attività industriale sia accettabile, è necessario bilanciare i rischi di eventuali incidenti con le conseguenze che ne derivano, specialmente quando le conseguenze sono severe.
Per queste ragioni è indispensabile che gli scenari di rilascio severo siano valutati!
Il Nulla Osta di Fattibilità (NOF) per il progetto API è stato rilasciato senza che fossero valutate le conseguenze di questi importanti scenari.
Se il Comitato Tecnico Regionale fosse messo in condizione di ragionare su altri dati ed altri scenari, rilascerebbe ancora il NOF?
Bisogna dimostrare (calcoli alla mano), che in caso di incidente rilevante non esiste alcuna possibilità di danno per le popolazioni costiere interessate.
I pericoli non cessano di esistere perché ignorati!
Questo tipo di rischio è una novità per le popolazioni della zona anche perché le navi rigassificatrici sono attive da pochi anni (2007).
L'impianto è progettato per lavorare per 30 anni: questo rischio è diretto principalmente contro il futuro delle nuove generazioni, e dei nostri figli.
Ma c’è dell’altro: non è stato valutato il travaso di GNL tra metaniere convenzionali e rigassificatrici, operazioni previste dal progetto API in luogo indefinito e operazione tra le più pericolose in mare! Non è stata presa in considerazione la possibilità della rottura dei bracci di carico, la conseguente quantità di GNL rilasciato, l’eventuale esplosione – in questo caso – di una nube di vapore non confinata. Perché?
AMBIENTE
I cittadini temono la STERILIZZAZIONE, cioè mare privato di nutrienti! Lo sostengono Biologi totalmente indipendenti – e, purtroppo, non marchigiani – nonché lo stesso Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). A marzo 2009 – per il progettato rigassificatore di Trieste, ISPRA ha valutato gli effetti dei biocidi utilizzati:“…La sterilizzazione della massa d’acqua in ingresso determina l’eliminazione degli organismi costituenti lo zooplancton. Appare necessario, in uno studio di VIA, quantificare l’impatto di tale perdita degli organismi zooplanctonici in termini di effetti sulla produzione secondaria”. Per il rigassificatore API nessuno lo ha fatto. Perché? La sterilizzazione ed il rilascio di sostanze tossiche in ambiente (cloro-derivati, solfati) determinerà la perdita dei servizi ecosistemici forniti dall'habitat marino che – per un mare poco profondo come il nostro ma molto produttivo in termini di pesca e di turismo come l'Adriatico – assume valori considerevoli.
E’ pura follia economica ed ambientale eseguire monitoraggi per vedere se si è prodotto un danno dopo l’avvio dell’impianto! Il danno va prevenuto ed evitato!
Infine è curioso sapere che la riduzione della concentrazione di cloro allo scarico in mare della centrale termoelettrica IGCC potrà essere ridotto a seguito dell’attivazione del rigassificatore. Quella centrale funziona da 11 anni! Perchè si pensa di ridurne le emissioni di cloro in mare soltanto oggi?
Le 54 tonnellate all’anno di cloro immesse dalla IGCC con acqua calda (dato comunicato da Spacca nel recente incontro con i Sindaci) hanno già iniziato a fare danni: “A partire dall’entrata in esercizio dell’impianto IGCC, nella zona antistante la raffineria sono cominciati graduali episodi di fioriture microalgali di Fibrocapsa japonica (…) il fenomeno si è sviluppato interessando a tutt’oggi, a Nord e Sud della raffineria, tutto il tratto litorale peraltro adibito a balneazione (…) L’insediamento di nuovi generi microalgali potrebbe risultare deleteria a prescindere dalla tossicità nei confronti dell’uomo, poiché ci sono microalghe tossiche per i pesci e fioriture algali che potrebbero comunque compromettere il turismo balneare”. (ARPAM prot. 28214 del 5/6/2007)
RESPONSABILITA’
Il Presidente Spacca parla di responsabilità, e innanzitutto dovrebbe dire tutta la verità sul rigassificatore API. Ad esempio non l’abbiamo mai sentito informare i cittadini che una delle ragioni del business rigassificatore è dato da ciò che lo Stato garantisce al proprietario dell'impianto: attraverso le delibere dell'Autorità per Energia Elettrica e Gas n. 178 del 2005 e n.92 del 2008, anche a impianto fermo viene assicurato al proprietario l’introito del 70% delle royalties che gli spetterebbero per il conferimento del GNL a pieno regime dell’impianto. Somme che chiaramente andranno recuperate dalle bollette del gas di tutti quanti noi.
La ipotetica Società mista (api 70% – Regione 30%) prevista per la gestione dell’impianto, è un vero e proprio paradosso giuridico-istituzionale, perché la Regione Marche si appresterebbe ad autorizzare impianti di cui diventerà proprietaria in partecipazione. Un Ente istituzionale che dovrebbe garantire la collettività tutta si troverebbe nella scomoda posizione di essere soggetto controllore e controllata, con un evidente conflitto di interessi.
Sembra la logica conclusione del fatto che Spacca, da quando è Presidente (2005), non ha ancora sottoscritto l’Accordo di Programma con lo Stato per il trasferimento delle competenze che gli avrebbe conferito la possibilità di sanzionare qualsiasi industria a rischio di incidente rilevante che non rispetti la normativa sulla sicurezza del Decreto Seveso (334/99), e dunque anche API raffineria (parere della Seconda Sezione del Consiglio di Stato datato 26/11/2003). Questo getta un’ombra sconcertante su 8 anni di inadempienza della Regione Marche che ha ridotto a mero esercizio di stile una parte delle prescrizioni e dei “provvedimenti consequenziali” del Decreto Regionale di Rinnovo della concessione alla raffinazione all’API del giugno 2003.
Non ci sembra responsabile stipulare nuovi Accordi per un altro impianto a rischio di incidente rilevante quando dopo 8 anni non si è ancora stipulato quello con lo Stato che interessa la sicurezza di lavoratori e cittadini per gli impianti esistenti.
LA SALUTE
Il progetto di Rigassificatore, non ha nulla a che vedere con le Indagini Epidemiologiche serie (come quella in fase di conclusione dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano) che sono invece correlate alle criticità ambientali della raffineria e della centrale termoelettrica IGCC esistente.
Dunque le Note di Epidemiologia Descrittiva chieste in fretta e furia dal Presidente Spacca all’ARPAM rappresentano un pessimo metodo di un Presidente incapace, a tutt’oggi, di attivare il Registro Tumori Regionale la cui mancanza sta limitando fortemente la capacità di controllo e prevenzione.
SUI PARERI DEL COMUNE DI FALCONARA E REGIONE:
Il parere favorevole del Comune di Falconara M. si commenta con i 3Milioni di Euro già incassati dall’Amministrazione Comunale per il precedente parere favorevole alle ulteriori centrali termoelettriche pretese da API! API, che ha puntellato il Bilancio comunale e la poltrona del Sindaco con quel denaro, verserà altri 7Milioni circa alla realizzazione delle centrali e del rigassificatore!
Il parere della Regione presenta falsificazioni e forzature del Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR)!
Falsificazione: un rigassificatore NON PRODUCE metano, lo DISTRIBUISCE! Quindi NON RIEQUILIBRA la produzione di gas metano nelle Marche ma, anzi, SQUILIBRA ed accentua la funzione di distribuzione di idrocarburi delle Marche, già elevata per la presenza della raffineria API che serve quasi 6 regioni intere con la distribuzione dei carburanti!
Forzatura:il PEAR non parla assolutamente dei rigassificatori come strutture utili a realizzare il Piano. Pertanto NON E’ ACCETTABILE LA FORZATURA che pretende di dedurre un assenso ai rigassificatori da un silenzio nel PEAR sull’argomento!
RESPONSABILITA’ POLITICHE – LA PROPOSTA DEI CITTADINI RESPONSABILI
La Giunta Regionale non può nascondere le sue responsabilità dietro al numero e l’ubicazioni dei rigassificatori comunicate dal Ministero dello Sviluppo Economico. E’ lo stesso Ministero e lo stesso Governo che aveva deliberato il ritorno al nucleare bocciato a maggioranza dai cittadini con il referendum! La Giunta Regionale sta interpretando quel referendum nel peggior modo possibile, cioè continuando a vincolare la propria economia energetica alle fonti fossili e ad una sola Azienda! Il popolo referendario maggioritario ha chiesto un cambiamento energetico che le Marche hanno già scritto e voluto in quel Piano Energetico Ambientale Regionale che la Giunta sta rinnegando con sudditanza rispetto alla Società API e con atto autoritario nei confronti della maggioranza dei cittadini marchigiani.
Il piano alternativo c’è: è quello deliberato dall’Unione Europea che impone quote regionali obbligatorie di produzione elettrica, di calore e combustibili da fonti energetiche rinnovabili (FER). Chi non rispetterà quelle quote sarà sanzionato. Il Ministero dello Sviluppo è in ritardo di 2 anni nel Decreto attuativo ed il Presidente Spacca e la sua Giunta che fanno? Chiedono al Ministero quanti rigassificatori servono!
Secondo lo specifico studio della IRES CGIL le Marche entro il 2020 dovranno passare dalla attuale quota del 7,1% al 30,4% da fonti rinnovabili per elettricità e calore. Per l’elettricità significheranno 2.600 GWh da Fonti Energetiche Rinnovabili, cioè il 76% dell’elettricità che l’API vorrebbe produrre con la centrale termoelettrica da 520MWe. La differenza sta nella pulizia e nelle centinaia di posti di lavoro che si creeranno con le energie rinnovabili attuando concretamente il Piano Energetico Ambientale Regionale.
Ci pare scorretto legare le sorti degli invesimenti dell'Api (circa 120 milioni di euro su 320 milioni dell'intera operazione) per la riduzione delle emissioni della raffineria a questo accordo, perchè questi sono un atto dovuto, sancito e prescritto da tutte le autorizzazioni vigenti e che l'Api si attarda a mettere in pratica, collegandoli anzi impropriamente all'accettazione da parte delle autorità competenti dei suoi progetti di rigassificatore e megacentrali. Le promesse di sviluppo nelle energie rinnovabili ostentate nell'accordo sono alquanto deludenti: sui sei obiettivi aziendali menzionati nella bozza di accordo, lo sviluppo delle fonti rinnovabili risulta appunto solo sesto.
Dal punto di vista occupazionale il Rigassificatore non può rappresentare in alcun modo una soluzione per il mantenimento dei posti di lavoro in quanto potrà occupare solo pochissime unità lavorative (per il suo funzionamento a regime solo dieci unità).
Il supposto e non verificabile equilibrio finanziario indotto dal rigassificatore, con cui si presume di pareggiare le perdite della raffineria, non può fornire assicurazioni dal punto di vista occupazionale, ma appunto esclusivamente finaziario dal punto di vista dei profitti d'impresa. Troppi “se/ma/forse” e il ricorso a imperscrutabili “eventi imprevedibili” minimizzano il cosiddetto impegno dell’API al mantenimento, per 10 anni, degli attuali livelli di occupazione. Impegni generici, che riguardano esclusivamente il personale diretto della raffineria e non tutela invece quello dell'indotto e delle ditte esterne. La “trovata pubblicitaria” che trae in causa la Fincantieri non è altro che, come recita il comunicato della Regione stessa, “una ipotesi di studio”, mai discussa nella cabina di regia prevista dal Governatore Spacca con i soggetti interessati. Non potrebbe essere altrimenti perchè Regione e API non hanno le competenze né la titolarità per discutere simili aspetti, che attengono invece la proprietà della Fincantieri e i ministeri competenti, a prescindere dalle intenzioni e opinioni di API e Regione Marche. Per la Giunta Regionale una occupazione “credibile” può solo venire dalla produzione energetica basata sui combustibili fossili (petrolio, gas). Evidentemente la tanto sbandierata Green Economy è roba solo per convegni e per fare propaganda sul territorio mentre ci sono imprese, associazioni e liberi professionisti pronti da subito a lavorare ad un progetto industriale alternativo sostenibile.
Disponibili per ogni ulteriore chiarimento, si inviano distinti saluti
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