LETTERA APERTA DI FALCONARA IN RETE 13/12/2010
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Le associazioni in rete di Falconara esprimono il proprio parere in merito alle critiche,
apparse anche sugli organi di stampa, mosse dal Sindaco Brandoni e dal Vicensindaco
e Assessore ai servizi sociali e ai rapporti con le associazioni Baldassarri durante e
dopo l'incontro del 3 dicembre scorso.
Ci si accusa di essere prevenuti, di non collaborare e di strumentalizzazione politica.
Viste le accuse mosseci, ci teniamo a ribadire la natura trasversale e politicamente
disinteressata della nostra esperienza:
la rete è formata da associazioni che operano sul territorio da più di vent’anni, con le sole
forze di volontariato e con l’unico obiettivo di provare a migliorare la vita dei numerosi
disagiati e poveri e così della nostra comunità tutta.
Il servizio in questi anni è stato riconosciuto positivamente dagli enti e dalle amministrazioni
territoriali, sia per la passione con cui opera, sia per le competenze che negli anni si sono
profuse grazie all’intervento di operatori qualificati e dalla tanta esperienza accumulata da
interventi “in prima linea”.
Negli anni, abbiamo sempre sollecitato e cercato la collaborazione con le amministrazioni
della nostra città, indipendentemente dal colore e dalle idee politiche.
Noi riteniamo che le amministrazioni pubbliche debbano essere i primi Servitori della
comunità, operare con l’obiettivo di fare sinergia con i suoi diversi soggetti, attraverso
politiche condivise e partecipate, mettendosi a disposizione del territorio, delle sue
problematiche e delle sue risorse.
Lo spirito di collaborazione come noi lo intendiamo non può che realizzarsi con la pratica del costruire progetti condivisi.
La politica dei rapporti con l'associazionismo calata dall'alto, a senso unico, e meramente
finalizzata alla risoluzione dell'emergenza momentanea, senza la volontà di costruire percorsi duraturi ma nel tentativo di scaricare il peso e le assenze dell'intervento pubblico (per carità non solo dell'ente comunale…) sulle forze della società civile, non ci appartiene e non la condividiamo, semplicemente perché l’abbiamo nostro malgrado già subita e sappiamo che non porta da nessuna parte, sia in termini di aiuto alla persona che nell’ottimizzazione delle limitate risorse a disposizione.
Oggi le situazioni di disagio sono multiproblematiche, richiedono una pluralità di interventi che un singolo ente, sia di volontariato che dell’istituzione pubblica, non riesce ad improntare da solo, per cui dobbiamo considerarci come una risorsa reciproca per i nostri utenti.
Non dimentichiamoci che poi questa modalità di intervento è il principio ispiratore dell’ultima legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali (Legge 328/00).
In questi due anni e mezzo con grandi difficoltà si è riusciti a costituire, come recita lo
Statuto comunale, una consulta delle associazioni di volontariato, che per ora è rimasta poco più che una scatola vuota. Uno strumento da noi condiviso e sostenuto, che però non è stato messo nelle condizioni di poter funzionare degnamente, per i tempi tardivi di avviamento, per le modalità di svolgimento, per i tempi di convocazione, per l'assenza di informazioni e documentazioni sull'operato dell'amministrazione e molto altro ancora. La Consulta dovrebbe essere uno strumento di lavoro volto a creare una relazione matura e costruttiva tra Comune e Ass. di Volontariato da coltivare nel tempo, con una certa regolarità e sistematicità (ad es: con convocazione mensile).
E' poi vero che la nostra lettura delle proposte politiche per il sociale, per alcuni aspetti non è in sintonia con quella dell’attuale amministrazione, ed è proprio per questo che i canali di confronto e di relazione devono essere intensificati. Nonostante questo difficile rapporto, collaboriamo con l’amministrazione su casi specifici, operiamo quotidianamente alleviando le problematiche di numerosi cittadini e stiamo intensificando progetti e forme di partnership con soggetti pubblici e privati.
Non è accettabile lamentare l'assenza di collaborazione quando ad una proposta concreta si risponde sbrigativamente che sarebbe “un peso che la città non può tollerare”.
La “provocazione” di una Casa per la Restituzione della Cittadinanza (CRC) in alternativa al centro di espulsione per migranti (CIE), da realizzare alla ex caserma Saracini, proposta da Don Giovanni Varagona, e fatta propria dalle suddette associazioni, in seguito ad una
verifica/valutazione delle risorse del territorio, sta a dimostrare la nostra volontà concreta di realizzare alternative percorribili per affrontare le problematiche sociali nell’ottica
dell’integrazione. Volontà che sta prendendo forma in un progetto definito e partecipato che si intende condividere con il resto del panorama delle associazioni locali e provinciali, con i cittadini e gli enti locali, con il Comune di Falconara, se lo vorrà, come con tutti gli altri competenti in materia e coinvolti nei fatti.
Oggi è possibile per questo Comune, a costo zero, rilevare dal demanio una delle tante
strutture dismesse e inutilizzate a Falconara, per consentirne un utilizzo che abbia una
funzione sociale.
Ce ne sarebbe bisogno.
Ci vuole coraggio.
Questa, secondo noi è una proposta costruttiva, che merita, almeno, una risposta.
Pertanto, noi siamo a completa disposizione, attendiamo la prossima consulta, che
auspichiamo venga convocata con congruo preavviso nel mese di gennaio 2011, con degli
obiettivi chiari e preliminarmente condivisi con il comitato direttivo dell’organo suddetto.
Cordiali saluti e buon lavoro
Falconara in rete (Associazione Antidroga Falconarese, Ambasciata dei Diritti, ANPI
Falconara, Associazione Acchiappasogni, Blu Pubblica Assistenza, Comunità Bangladesh
Falconara, Conferenza Regionale Volontariato e Giustizia, CSA Kontatto, Falconara Cricket
Club, Free Woman, L.H.A.S.A., Lumumba Onlus, OndaVerde, Orecchio di Van Gogh,
Avvocati di Strada Onlus, Tenda di Abramo, Unione Immigrati Nordafricani delle Marche “Il Futuro”)
falconarainrete@gmail.com