Il 3 ottobre ricorre l’anniversario della strage in mare a Lampedusa, quando 368 donne, uomini e bambini persero la vita. Ma quella tragedia non ha insegnato nulla all’Unione europea, che continua ad ignorare quello che accade e anzi continua ad erigere muri sempre più alti. Ce lo dicono tutti i naufragi che si sono susseguiti in questi mesi: al 3 ottobre è seguito l’11 ottobre dello stesso anno, e poi, nel 2014, il 19 febbraio, il 12 maggio, il 30 giugno, il 19 luglio, il 2 e il 28 agosto, tutte date in cui si sono contati i morti in mare; fino agli 800 morti nelle acque libiche e maltesi nella sola seconda settimana di settembre.
Abbiamo voluto vivere il 3 ottobre nei nostri territori, perché anche ad Ancona chi scappa dai paesi di guerra rischia la vita durante i viaggi dentro i tir imbarcati nei traghetti che viaggiano dalla Grecia all’Italia e arrivano nei porti dell’Adriatico.
Siamo entrati al consolato greco al porto di Ancona per incontrare il console onorario che ha inviato all’Ambasciata greca a Roma la nostra richiesta di sospendere l’accordo italia-grecia sulle riammissioni dei richiedenti asilo in Grecia…(CONTINUA SU GLOBALPROJECT)