Il report dall’assemblea generale del 21 novembre a Falconara

Dopo l’ assemblea generale della Campagna “ Per il Clima, fuori dal Fossile”

Falconara 21/11/2021

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Condividendo un’analisi globale del contesto all’interno del quale siamo chiamati ad agire, constatiamo una sorta di capovolgimento del concetto di transizione ecologica, assunto dagli stessi responsabili del disastro ecologico planetario quale dispositivo di legittimazione delle loro scelte e dei loro piani, che non risolvono ma si adattano alla crisi climatica.

La pandemia ha accelerato e precipitato questo ed altri processi, quali la digitalizzazione dell’esistenza e delle forme di controllo e sfruttamento e un trend sempre più accentuato di concentrazione di ricchezze finanziarie e produzione di povertà diffuse.

Proprio per questo oggi è possibile rispondere all’arma strumentale del ricatto occupazionale con forme nuove ed inedite di convergenze tra le movimentazioni, anche sperimentali, che si danno nel campo delle lotte per la difesa del reddito, diretto e indiretto, del lavoro al tempo della transizione ecologica, con quelle in difesa della salute, dell’ambiente, della giustizia climatica.

La crisi climatica non è più solo un presagio del futuro, è qui ed ora, così come i processi di precarizzazione generalizzati che l’accompagnano. Opporsi a questo stato di cose significa anche ripensare forme di solidarismo comunitario dal basso, pratiche di adattamento insieme a quelle di mitigazione della crisi climatica, tese alla redistribuzione delle risorse in base ai bisogni reali e non al valore del profitto e delle merci.

L’assemblea riafferma la propria pratica metodologica: allargare e far crescere la campagna non significa allungare formalmente la lista delle adesioni ma proporre connessioni reali con altre realtà in movimento sulla base di iniziative concrete e condivise. Innanzitutto sottolineando la nostra essenza di Campagna nazionale, quindi non una soggettività di parte e predeterminata, ma un luogo di partecipazione, elaborazione e azione animato da differenze, che si misura in un percorso comune, salvaguardando le rispettive autonomie e concentrandole verso obbiettivi comuni.

Ci relazioneremo con proposte ricompositive o con iniziative nazionali di movimento attraverso il criterio della concretezza e valutando di volta in volta la opportunità e le modalità, a partire dalle mobilitazioni per il No Draghi Day del 4 dicembre, cui aderiamo.

La campagna in assemblea propone una serie di iniziative e proposte di breve e medio termine.

-Oltre le vertenze generali sulla giustizia climatica, la forza della campagna si sostanzia nell’attivismo dei movimenti territoriali, condizione che dobbiamo sempre più fortificare ed unire presentando le nostre proposte, anche con incontri specifici, ai tanti gruppi locali ancora isolati espressioni delle più variegate “aree di sacrificio”, che portano il peso, nei termini di maggior concentrazione di nocività ed inquinamento, dell’economia da fonti fossili, a partire dai SIN (siti di interesse nazionale da bonificare).

–La pretesa decarbonizzazione attraverso il gas con la pioggia di finanziamenti pubblici verso nuovi gasdotti intercontinentali e centrali turbogas non risolve, anzi si presta alle speculazioni finanziarie e geopolitiche sui prezzi di gas metano e energia elettrica, in un contesto di mercato liberalizzato dei prezzi, in cui a pagare sempre di più sono gli utenti e i consumatori. A fronte del continuo aumento del costo delle materie prime, delle impennate di rincari sulle bollette, del palesarsi di una crisi economica inflattiva che graverà maggiormente sulle classi popolari, è inderogabile una urgente iniziativa sul costo delle forniture e dei prezzi di acqua luce e gas, innanzitutto comunicativa e generalizzata, e che possa prima dispiegarsi nella modalità più consensuale della raccolta firme, per poi valutare come procedere con iniziative più radicali.

-La storica strumentalizzazione del presunto conflitto ambiente/lavoro, sempre aizzata da chi ben sappiamo in momenti nevralgici di decisioni politica e con conseguenze spesso nefaste e per la difesa dell’ambiente come del lavoro, oggi comincia scricchiolare. Dalla discussione del secondo focus dell’assemblea generale (“LAVORO, REDDITO, SALUTE E AMBIENTE: ESPERIENZE DI RICOMPOSIZIONE NELLA COMUNE BATTAGLIA PER IL CLIMA CONTRO IL FOSSILE”), dalla specificità di quanto sta succedendo a Civitavecchia, dove metalmeccanici e lavoratori del molo carbonifero si connettono con le istanze e le mobilitazioni dei movimenti per la giustizia climatica, dagli interventi dei lavoratori della ex Ilva di Taranto e della Gkn di Campo Bisenzio di Firenze, è nata la proposta, assunta dall’assemblea, che la campagna si faccia promotrice di un luogo assembleare di incontro tra quelle realtà di lavoratori che intendono mettere in discussione le forme del lavoro e della produzione dentro la transizione ecologica globale, e difendere il diritto ad una continuità di reddito. Un simile contenitore sperimentale potrebbe amplificare ed estendere queste esperienze pilota oltre la specificità delle proprie vertenze, e aprire crepe sempre più profonde in quella parete divisoria tra rivendicazioni connesse al reddito ed al lavoro e quelle legate alla salute ed alla tutela ambientale.

-Mantenere alta l’attenzione verso le miriadi di azioni di tipo legale e comunicativo (ricorsi, diffide, esposti, petizioni, open letter…) nelle quali a livello diffuso siamo impegnati, stimolandone le possibilità per cui divengano volano di mobilitazioni in grado di bloccare o ritardare la messa in opera di nuovi cantieri o siti produttivi da fonti fossili. In questo senso assumono rinnovate centralità le vertenze su capacity market, ritorno dell’opzione nuclearista, Ddl Concorrenza e rischio privatizzazioni del servizio idrico e dei servizi pubblici locali più essenziali.

-Promozione di un’assemblea virtuale quale luogo di socializzazione delle proposte e prospettive della campagna e espressione del loro potenziale di consenso con tutte le realtà che vogliano partecipare. Un simile strumento favorisce anche il protagonismo di quelle realtà locali geograficamente più distanti e periferiche, che negli appuntamenti in presenza manifestano difficoltà di spostamento.

-Oltre i riflettori accesi sui grandi eventi (Cop, G20, vertici internazionali…) vanno immaginate scadenze per mantenere alta l’attenzione. Dopo il presidio a Roma del 9 ottobre per dispiegare tutto il potenziale della campagna lungo i territori va riproposta, anche in forma aperta e inclusiva, la modalità delle giornate di mobilitazione nazionale nei rispettivi ambiti locali e in sincronia, secondo tre linee fondamentali: linguaggio altamente comunicativo, contenuti e pratiche coinvolgenti che ridiano fiducia nell’agire collettivo e modalità altamente riproducibili socialmente e politicamente.

-Proseguire e approfondire, soprattutto dopo l’appuntamento della COP26 di Glasgow, le relazioni strette con altre realtà europee e internazionali compatibili con i nostri orizzonti, a cui funzionalizzare anche la riedizione del campeggio estivo della Campagna Per il clima Fuori dal fossile in Salento, che l’assemblea ha deciso di riproporre.

-Oggi è possibile emanciparsi e sottrarre mercato al paradigma delle grandi concentrazioni produttive monopolistiche delle fonti fossili, in luogo della microgenerazione di un’economia stanziale, di prossimità, diffusa sul territorio e sempre più indipendente. Organizziamo giornate o cicli di informazione, in presenza o tramite webinar, sulle concrete alternative energetiche, già ora in via di diffusione come le comunità energetiche di prossimità, quei soggetti giuridici autonomi che, in modo aperto e volontario, e costituiti da persone fisiche, condomini, comuni, piccole e medie imprese, titolari di attività commerciali situati in aree limitrofe, decidono di realizzare impianti per la produzione e la condivisione di energia da fonti rinnovabili, quale soggetto di autoconsumo collettivo, anche eventualmente accumulandola o scambiandola sul mercato.

-Praticare innovative e inedite azioni collettive e coordinate di boicottaggio, quale strumento di sanzione e danno economico diffuso, replicabile, pubblico, di lungo termine, verso prodotti mirati che fanno parte del sottobosco ramificato di interessi, anche “puliti” e di marketing, delle aziende e multinazionali più rappresentative dell’economia da fonti fossili.

Campagna nazionale Per il clima Fuori dal fossile, Novembre ’21

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