Sab 5 giugno: "Storie di deportazioni ai tempi della clandestinità. Dall'Adriatico al Mediterraneo"


Sabato 5 giugno, ore 18 @ csoa Kontatto

"STORIE DI DEPORTAZIONI AI TEMPI DELLA CLANDESTINITÀ. DALL'ADRIATICO AL MEDITERRANEO"

Presentazione Il mare di mezzo (Gabriele Del Grande) e Il porto sequestrato (Osservatorio Faro sul Porto).

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Saranno presenti gli autori:

Gabriele Del Grande, fondatore di "Fortress Europe – Osservatorio sulle vittime dell'emigrazione" (www.fortresseurope.blogspot.com) e autore di Mamadou va a morire e Roma senza fissa dimora.

Gli attivisti dell'Osservatorio Faro sul Porto, curatori de Il porto sequestrato, libro-inchiesta intorno al porto di Ancona, al di qua e al di là delle reti, tra security e respingimenti. 


 
Indietro non si torna. E' con questa affermazione che si presenta la campagna WELCOME, partita da circa un mese e che sta connettendo numerose realtà italiane e greche impegnate nel campo dell'affermazione dei diritti dei migranti, e non solo. Campagna che vedrà un primo importante punto di approdo il 20 giugno prossimo, giornata mondiale del rifugiato, durante il quale avranno luogo presso le principali città portuali di una e dell'altra sponda dell'Adriatico, diverse iniziative di lotta in difesa del diritto d’asilo e contro tutti i respingimenti.
 
E' in questo contesto che si inserisce l'iniziativa che  l'Ambasciata dei diritti e il csoa Kontatto promuovono per sabato 5 giugno, presso gli spazi del centro sociale di via Poiole. Un'iniziativa che vedrà presenti gli autori di due pubblicazioni di recente uscita: Gabriele Del Grande, autore di Il mare di mezzo. Al tempo dei respingimenti, e gli attivisti dell'Osservatorio Faro sul Porto, curatori de Il porto sequestrato, libro-inchiesta intorno al porto di Ancona.
Due libri che verranno presentati per descrivere ed approfondire un fenomeno complesso ma di stringente attualità, quello dei flussi migratori che portano ogni anno centinaia di migliaia di esseri umani a percorrere migliaia di chilometri per raggiungere una terra che riconosca finalmente loro diritti e dignità, l'Europa.
 
I due libri, per molti versi differenti tra loro – il primo raccoglie lungo un filo narrativo le vicende di chi vive in prima persona l'esperienza dell'emigrazione, e per questo tocca ed attraversa i diversi luoghi del 'confine meridionale della Fortezza Europa'; il secondo cerca di fotografare, alla luce di un anno di inchiesta sul campo, una frontiera che in realtà non dovrebbe esistere, quella adriatica tra Italia e Grecia, partendo e concentrandosi sulla situazione del porto dorico -, mettono in luce le conseguenze provocate dagli dispositivi attuati nella pretesa di controllare i flussi migratori, in particolare quello che possiamo indicare come la pratica dei 'respingimenti' (anche se esistono fattispecie e terminologie giuridiche differenti) che assume connotazioni e forme eterogenee.
Una prassi che, partendo da quelle volutamente più esposte, scenografiche ed amplificate operate nei mesi scorsi nel mezzo del Mediterraneo per mezzo di grandi operazioni congiunte delle Marine militari italo-libiche e giungendo sino a quelle silenziose ed occultate che quotidianamente vengono praticate nei porti dell'Adriatico, ma che produce il medesimo risultato: quello di rispedire in paesi – la Libia così come la Grecia – dove migliaia di esseri umani vengono sistematicamente incarcerati, torturati e deportati, rendendosi l'Italia stessa colpevole di calpestare valori e diritti inalienabili dell'essere umano come quello all'asilo politico e persino alla tutela dei minori.
 
Indietro non si torna allora assume un valore ed un significato generalizzato, che si riferisce sicuramente al diritto per i migranti in fuga ad essere accolti e tutelati come profughi, minori, semplicementi esseri umani, ma può e deve essere esteso anche a noi stessi, cittadin* italian*, migranti già presenti in Italia, perché indietro non si torna dal fatto che il riconoscimento dei diritti di ognuno rappresenta l'unica via al riconoscimento della dignità e dei diritti di e per tutt*, che l'unico antidoto al dilagare dell'intolleranza per la diversità ed del razzismo, che l'unica ricetta per un'Italia ed un'Europa diversa, un'Italia ed un'Europa dei diritti e della libertà.
 
 
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